Vuoi scrivere un libro? Ecco alcuni consigli per scrittori emergenti

Internet è una giungla. Si trova di tutto, ma spesso è come dai cinesi: per quanto comodo sia trovare qualsiasi cosa al mondo in un solo negozio, a volte può capitare vada a discapito della qualità. Questo accade anche quando si cercano notizie specifiche. Quello dell’editoria, ad esempio, è un campo davvero sterminato.
Bisogna saper scegliere anche le giuste informazioni quindi, altrimenti si rischia di informarsi male. Non date retta a chi vi dice che gli editori e le case editrici sono dei mostri cannibali, non è così. Fanno il loro mestiere e come tutti, in ogni ambito, c’è chi lo fa bene e chi male. È vero che ci guadagnano, ma attenzione: ci guadagnano solo se il libro vende. Per cui, se invece non vi contattano proprio, forse state sbagliando qualcosa. Innanzitutto, bisogna avere anche della comprensione.Ad una casa editrice piccola, di provincia, arrivano circa mille manoscritti al mese, o giù di lì. Pensate alle grandi. Quello che dovreste chiedervi è: perché dovrebbe scegliere me? E questa domanda non va fatta solo per quanto riguarda il contenuto del manoscritto. No signore: perché tra migliaia di mail, oggi dovrebbero decidere di leggere proprio la mia? Pensiamo quindi a rendere accattivante, per l’editore s’intende, non solo il manoscritto ma già la mail.Il linguaggio formale è sintomo di educazione e professionalità, certo. Però, a dover decidere, su dieci mail tutte uguali la scelta è casuale. Una roulette russa. Invece, se su dieci ce n’è una diversa, particolare, originale in qualche modo, allora magari il destino ce lo facciamo un tantino amico. Poi, passiamo agli allegati. Di solito le case editrici nella sezione “Contatti” indicano pari pari tutto ciò che vogliono dall’aspirante autore: biografia, curriculum, sinossi. Qualcuna, non tutte, chiede una “lettera di presentazione dell’opera”.

E che cambia dalla “sinossi”? In questo sta la differenza. La sinossi non è nient’altro che la trama, nuda e cruda, volendo anche senza poesia. Una rassegna stampa di ciò che accade in questa storia. Punto. La lettera di presentazione invece è la vostra carta vincente. Lì potete dare massimo sfogo alla vostra creatività e forse è proprio grazie a ciò che scrivete qui, e nel corpo della mail, che avrete qualche possibilità in più di essere letti per primi quel giorno. Scrivetela sempre una lettera di presentazione dell’opera, anche quando non ve la richiedono. Scrivetela nel vostro stile, rispettando magari anche il genere del manoscritto; insomma, distinguetevi.

Fatto questo non vi resta che aspettare. Solitamente tre mesi è un tempo fisiologico, vale a dire che prima di tre mesi, materialmente, non ce la fanno ad arrivare alla vostra mail. Ci sono degli esseri umani a leggere tutto ciò che inviate, non ce lo dimentichiamo. Passati i tre mesi si può cominciare a sperare. Oltre i sei/nove, è da ritenere rifiutato.
E questo.

Scrivere è una cosa bella, non ci resta che farlo bene perché può solo fare del bene (e poi perché è anche il requisito principale per cui una casa editrice deciderà di puntare su di voi, non dimentichiamocelo).

a cura di Francesco Teselli

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