USA: ancora proteste contro Trump. Chi ha eletto il presidente?

Cortei, proteste e manifestazioni: questa la nuova realtà americana; scontri fra manifestanti e poliziotti sono ormai all’ordine del giorno. Decine gli arresti; tutte le proteste inneggiano un solo slogan: ‘Not my president‘, anche contro le politiche annunciate dal tycoon; le principali preoccupazioni a tal proposito riguardano il rispetto dei diritti civili e i piani sull’immigrazione.

Ancora slogan come, ‘Rifiutiamo il presidente‘, la bandiera americana data alle fiamme, vetrine di negozi infrante, graffiti e auto danneggiate o distrutte, e la polizia che ha usato proiettili di gomma, lacrimogeni e spray orticanti per far disperdere le folle. Dalla vittoria del magnate ogni giorno migliaia di persone sfilano per manifestare, in moltissime città.

Trump, eppure, sembra non preoccuparsi troppo ed ammira il modo con cui i ‘piccoli gruppi di dimostranti […] dimostrano la loro passione‘ per il loro ‘grande paese‘; intanto però barricate di sicurezza proteggono alcune delle sue proprietà; il magnate starebbe già preparando un tour per gli stati che lo hanno portato alla Casa Bianca.

Bill de Blasio, sindaco di New York ha inferto il suo colpo al tycoon, impegnandosi a combattere tutto ciò che riterrà una minaccia per i newyorkesi, facendo tutto il possibile per opporsi.

Con stanotte, è la quinta notte consecutiva di proteste contro il magnate.

Sono fatti eclatanti, che non lasciano spazio a dubbi sul pensiero dei cittadini americani; ma allora

com’è arrivato Trump alla Casa Bianca?

Dopo le elezioni di Nixon del 1969, in questi giorni negli USA si è sentito parlare, ancora una volta, di ‘maggioranza silenziosa‘, la silent majority; con questo termine ci si riferiva a quella fascia di popolazione rimasta esclusa, o volontariamente astenutasi, dalla vita politica del paese.

Quello che sta accadendo oggi in America sembra però essere ben lontano dal fenomeno appena descritto: i numerosi arresti, i manifestanti feriti, gli innumerevoli slogan e la grande quantità di città che sta partecipando attivamente alle proteste contro Trump, sembrerebbero essere lo specchio di qualcos’altro, che forse sarebbe più giusto identificare come la voce di una maggioranza rumorosa.

Fabiana G.

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