Nel 2017 sono morti 6,3 milioni di bambini sotto i 15 anni: vale a dire, 1 ogni 5 secondi. Le cause? Facilmente prevenibili e curabili in paesi sviluppati. Queste sono le tremende nuove stime sulla mortalità infantile lanciate oggi da UNICEF, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla Divisione delle Nazioni Unite per la Popolazione.
Quasi il 90% di questi decessi, – 5,4 milioni – avvengono nei primi 5 anni di vita, e almeno la metà di essi, entro il primo anno di vita. Ancora una volta le nazioni più colpite sono Africa Subsahariana e l’Asia meridionale, che si dividono quasi l’80% dei decessi. In Africa, ancora oggi, 1 bambino su 13 muore entro i 5 anni di età. Mentre nei paesi ad alto reddito, siamo nell’ordine di 1 decesso infantile ogni 185.
«Senza un’azione immediata, di qui al 2030 moriranno 56 milioni di bambini sotto i 5 anni, metà dei quali neonati» sottolinea Laurence Chandy, direttore per Data Research and Policy all’UNICEF.
Cala ancora la mortalità infantile nel mondo, ma aumentano le disparità
«Dal 1990 abbiamo compiuto notevoli progressi nella sopravvivenza infantile, ma a milioni continuano a morire a causa delle circostanze e del luogo in cui sono nati. Con soluzioni semplici come medicine, acqua pulita, energia elettrica e vaccini, possiamo modificare questo destino per ogni bambino».
Ciò che dovrebbe far riflettere sono le cause per le quali questi innocenti perdono la vita. Disturbi o malattie che nei paesi industrializzati sarebbero curate con facilità. Complicazioni alla nascita, polmonite, diarrea, sepsi neonatale e malaria.
Crescendo invece, le principali cause di mortalità sono legate a infortuni o incidenti. Tra i 5 e i 14 anni si muore a causa di annegamenti e incidenti stradali. Anche in questa fascia di età, notevole differenza la fa la condizione sociale in cui si vive. Un bambino dell’Africa Subsahariana rischia una morte precoce 15 volte più alta rispetto ad un coetaneo nato in Europa.
Per tutti i bambini del mondo, chiaramente il periodo più delicato è quello successivo alla nascita, dove per tante ragioni possono emergere delle complicazioni. Ma un conto è quando accade in paesi sviluppati, altro paio di maniche se l’emergenza si presenta in paesi dove mancano spesso anche i mezzi di assistenza basilare. Nel 2017, 2,5 milioni di bambini sono morti nel loro primo mese di vita. Un bambino nato in Africa Subsahariana o in Asia Meridionale ha purtroppo una probabilità nove volte maggiore di morire nel primo mese di vita rispetto a un bambino nato in un paese ad alto reddito.
I progressi per salvare le vite di neonati sono stati più lenti rispetto a quelli per gli altri bambini sotto i 5 anni dal 1990. Anche all’interno dei paesi persistono delle disparità. I tassi di mortalità sotto i 5 anni fra i bambini nelle aree rurali sono, in media, del 50% più alti rispetto a quelli delle aree urbane.
Inoltre, coloro che sono nati da madri non istruite hanno una probabilità oltre due volte maggiore di morire prima di compiere cinque anni rispetto a quelli nati da madri con un’istruzione di livello secondario o superiore.
