Truffe Social: dai falsi profili sexy ai furti di libri a scrittori emergenti

Facciamo molta attenzione sui social. Ne capitano di tutti i colori e, come nella vita reale, i truffatori sono sempre in agguato. Solo, hanno più possibilità di nascondersi. Dal vivo paradossalmente è più facile accorgersi che qualcosa non va, online invece si possono camuffare meglio. Ci sono delinquenti molto più intelligenti di un tempo. Prima, violenza e “questa è una rapina”. Oggi, sui social, gentilezza e inganno. Ce ne sono per tutte le categorie. Ultimamente, i più bersagliati sono gli scrittori ma non mancano mai le truffe in ambito sessuale ed economico.

Stanno nascendo vere e proprie organizzazioni di truffatori, con tanto di “modus operandi”. Si parla di “sextortion” ed è molto semplice: ti corteggiano, ti fanno sentire importante, fanno i sensibili e poi t’inducono a condividere foto intime per poi ricattare, “dammi i soldi o tutti i tuoi amici e la tua famiglia vedranno”.

I consigli della polizia sono pochi e semplici: le conoscenze virtuali dovrebbero essere precedute da un incontro reale, evitate chi non ha amici in comune con voi o scrive in italiano stentato; diffidate di chi si mostra subito disponibile a una relazione specie se affascinante, è gratificante pensare sia interessato a noi ma sarebbe saggio chiedersi come mai; se si cade nella trappola, non cedere al ricatto perché al primo ne seguiranno sempre altri; bloccare subito il contatto criminale e segnalarne il profilo ai gestori della piattaforma social e della chat.

Un tipo di estorsione, ultimamente, sta imperversando su whatsapp. Semplice: praticamente arriva un messaggio di una grande azienda (Amazon, Foot Locker, etc.) con qualche promozione. Al primo click, virus. Addirittura quelli di whatsapp stanno pensando di aggiungere un spunta verde per i messaggi di promozioni delle vere aziende, per evitare fraintendimenti.

Le truffe sui libri.

Infine, le truffe agli scrittori esordienti. Agiscono più o meno così: aggiungono giovani scrittori su Facebook; dicono di gestire “una pagina sul mondo dei libri” o qualcosa del genere e che vorrebbero un’intervista dopodiché richiedono direttamente il pdf. Una volta ricevuta la copia digitale, ne traggono profitto stampandola in maniera grossolana (per poi venderla a basso costo) o ancor peggio la distribuiscono su siti che trattano contenuti illegali. Il risultato è oltremodo spiacevole, lo scrittore vede vanificare il suo potenziale e meritato profitto, dopo aver dedicato risorse economiche, fisiche e mentali per raggiungere l’agognato desiderio di vedersi pubblicato una propria opera.

Al rifiuto dello scrittore intelligente, lo bloccano. Innanzitutto, c’è da dire che queste persone non sono giornalisti. Gestiscono dubbie pagine Facebook. Niente contro, ma da qui a chiedere pdf in giro ce ne passa. Quando si tratta di giornalisti, è consigliabile inviare una copia cartacea del romanzo. Certamente non il pdf! In primis, ogni scrittore che si rispetti ha un contratto con una casa editrice, e poi soprattutto non può sapere, questo sconosciuto, che uso farà della sua opera! In casi come questi, tutt’al più s’invia del materiale o si prepara una “scheda prodotto” dettagliatissima. Pertanto è fondamentale, soprattutto per gli scrittori emergenti, non farsi travolgere dall’entusiasmo “della prima volta”. Chiedere sempre consigli al proprio editore e mai agire istintivamente. A cura di Francesco Teselli

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