Riprendere immediatamente la marcia in campionato come già fatto in coppa. Questo l’obiettivo della Scandone che domani, nell’anticipo di mezzogiorno, va a fare visita a Sassari. Paragonare la partita di Bar di martedì con quella del PalaSerradimigni può valere soltanto da un punto di vista di calendario: una partita fuori casa da affrontare dopo una sconfitta interna, ma i punti di contatto finiscono qui. Troppo diverso il livello e la profondità del roster tra i montenegrini e i sardi che, inoltre, possono vantare elementi con tanta esperienza a livello europeo. Per farla breve e per dirla con le parole di coach Sacripanti: “Un campo ostico dove servirà massima concentrazione per 40 minuti” perché, soprattutto in casa, la squadra di Pasquini riesce ad esprimere al meglio la propria pallacanestro, giocata a tanti possessi, frutto di ritmi alti e una difesa aggressiva, ma tutt’altro che impenetrabile.
Per riprendere la marcia anche in campionato, la Sidigas deve provare a snaturarsi, provando a vincerla nella sua metà campo, cercando di tenere il ritmo basso e di contenere gli uno contro uno dei piccoli, soprattutto Johnons-Odom e Lacey, bravi a penetrare e trovare fuori dall’arco i vari Carter (37% su 35 tentativi) e Savanovic (31% su 30 tentativi). Verrà chiesto uno sforzo difensivo soprattutto a Ragland, mentre potrebbe tornare utili le gambe esplosive di Obasohan, che probabilmente verrà rilanciato in quintetto per una questione di accoppiamenti. In attacco i lupi hanno il talento e la fisicità per far male ad una difesa che cerca spesso la palla, senza preoccuparsi di difendere il ferro (Sassari concede agli avversari oltre il 52% da dentro l’area).
Sassari in casa ne segna oltre 86 di media, Avellino fuori casa ne subisce 73: rimanere in mezzo a queste cifre è l’obiettivo prefissato per capitan Grenn e compagni. Non sarà semplice, ma la crescita di una squadra con obiettivi importanti passa anche per le missioni più difficili.