Il nuovo anno si è aperto con una novità, rivelatasi sgradita alla maggior parte dei consumatori, vale a dire la tassazione sui sacchetti trasparenti per frutta e verdura, in genere tra i 2 e i 5 centesimi, a carico dei clienti.
Dopo che le tradizionali borse di plastica sono state bandite in Italia dal 2012, in quanto non biodegradabili, questo cambiamento ha fatto storcere il naso chi è abituato a fare la spesa ogni giorno. La normativa, inserita come emendamento in un decreto legge sul Mezzogiorno la scorsa estate, prevede l’utilizzo esclusivo dei sacchetti di plastica biodegradabile e compostabile, forniti dagli esercizi commerciali, quindi è vietato portarne di propri da casa. Tale provvedimento è stato preso, nonostante la direttiva comunitaria del 2015, tesa a ridurre l’uso della plastica, escludeva categoricamente tali bustine. A riguardo, su social network come Facebook, qualcuno ha pubblicato la foto con la frutta comprata al supermercato, a cui veniva apposta l’etichetta del prezzo sulla stessa, come segno di protesta.
Mentre la gente è divisa sulla bontà della decisione, la società di ricerca per l’agroalimentare Agroter con il suo Monitor Ortorfrutta, nato per capire come vengono acquistati e consumati i prodotti ortofrutticoli, ha intervistato un campione di 500 persone. A loro è stata posta la seguente domanda: “Da quando i sacchetti dell’ortofrutta sono stati messi a pagamento, come sono cambiate le sue abitudini di consumo?”.
Le risposte a tale quesito sono sorprendenti, come rivela il quotidiano La Repubblica: se il 56% ha dichiarato di non aver cambiato le proprie abitudini, invece il 44% le ha modificate. Nello specifico, il 21% ha preferito recarsi dal fruttivendolo anziché al supermercato (18% tra gli uomini e il 22% tra le donne), il 12% ha scelto ortofrutta già confezionata (9% tra gli uomini e 13% tra le donne), il 7% ha acquistato meno frutta e verdura (12% tra gli uomini e il 5% tra le donne). Ancora, il 3% ha prediletto maggiormente prodotti pronti al consumo (2% tra gli uomini e 3% tra le donne), infine il 2% ha optato più per i surgelati (2% sia tra gli uomini che tra le donne).
Dunque dopo che i sacchetti per imbustare frutta e verdura sono diventati a pagamento, il popolo dei consumatori si è letteralmente diviso tra chi ha accettato la novità, senza apportare alcuna modifica sui modi di fare la spesa, e chi ha cambiato le proprie abitudini a riguardo.