Regione Campania, il TAR congela il concorsone: anonimato violato

Il Tar della Campania ha dato ragione ai ricorsisti, seguiti dallo studio Leone

Stop cautelativo del concorso della Regione Campania, organizzato da Formez, con 950 posti a tempo indeterminato riservati ai laureati. E ‘questa la notizia clamorosa rimbalzata sui social intorno alle 15.30, quando tramite la propria pagina Facebook lo studio legale Leone-Fell & C. ( Che ha preso in carica le denunce di alcuni partecipanti) ha annunciato l’accoglimento dell’istanza cautelare del ricorso contro l’ente da parte del Tar.

Oggetto principale del ricorso riguarda il mancato rispetto dell’anonimato, per legge garantito, inserendo il talloncino con i propri dati anagrafici e il foglio su cui apporre le risposte in busta sigillata, ognuno con un identico codice numerico a sei cifre. Nel caso in questione, tali azioni non si sono espletate nelle modalità descritte. Di conseguenza, secondo i legali, si sono create le basi per la riconoscibilità, dal momento che il codice risultava facilmente memorizzabile, per la sua esiguità di caratteri numerici.

Altra contestazione mossa dallo studio legale è l’immotivato protrarsi della fase di correzione per ben tre mesi, nonostante il metodo a lettura ottica richiedesse tempi di correzioni decisamente più celeri. Una lungaggine procedurale che ha infastidito sia i partecipanti al concorso, sia lo stesso presidente di regione De Luca.

Ulteriore anomalia rivelata, come ha affermato l’avvocato Ciro Catalano all’agenzia di stampa Dire, è sui questionari. “C’è stata una impennata anomala di ammessi tra coloro che hanno svolto la prova il 20 settembre pomeriggio. Le statistiche – spiega – ci dicono che il 25% di coloro che hanno sostenuto la prova in quella data ha passato la selezione, mentre nelle altre sessioni la media è del 7-8%. È un dato anomalo dovuto a questionari non omogenei”

In questo modo, tale decisione ha subito sviluppato decisive ripercussioni sull’iter concorsuale.
Nel tardo pomeriggio, infatti, arriva la comunicazione ufficiale della Regione Campania attraverso la propria pagina Facebook alle 18:29. La nota istituzionale comunica la decisione di aver dato mandato all’Avvocatura per rivolgersi al Consiglio di Stato, per ottenere la sospensione dell’ordinanza diramata poche ore prima.

” In aggiunta ad analoghe iniziative comunicate dal Formez, dalla Funzione Pubblica e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Campania ha dato mandato all’Avvocatura di ricorrere al Consiglio di Stato per chiedere l’immediata sospensiva dell’ordinanza della Quinta Sezione del Tar Campania che ha bloccato la procedura Ripam per il cosiddetto “Concorsone”, gestito dal Formez, per l’assunzione di 950 unità Categoria D presso le pubbliche amministrazioni della Campania. L’amministrazione regionale confida su una decisione positiva da parte del Consiglio di Stato, essendo la procedura e le modalità di selezione del Concorsone identiche a quelle attuate dal Formez per altri maxi-concorsi pubblici. “

Alle 20.14 arriva la comunicazione più importante della giornata. L’ente Formez, sulla propria pagina Facebook, dichiara la sospensione delle prove per il giorno 13 febbraio. Dopo circa un’ora (21:23), arriva sul sito ufficiale dedicato la nota che comunica la completa sospensione delle procedure relative ai posti a concorso per laureati.

“A seguito dell’ordinanza del Tar Campania n. 218/2020 è sospesa la procedura in corso relativa al Concorso Ripam Campania per il reclutamento di 950 unità di personale – categoria D presso le pubbliche amministrazioni della Campania. Pertanto, le prove scritte previste per i giorni 13, 19, 24 e 28 febbraio 2020 non avranno luogo. “

Per il momento, quindi, la procedura è sospesa, però si prospettano tempi lunghi per la sua ripresa, poiché l’udienza per la trattazione di merito del ricorso è stata fissata per martedì 6 ottobre.
Nel frattempo, gli avvocati hanno già annunciato che martedì 25 febbraio si terrà l’udienza relativa al ricorso per la selezione parallela, ovvero quella riservata ai diplomati. Allo stesso tempo, lo stesso studio ribadisce come analoghe irregolarità siano state commesse sia al concorso organizzato dal Ministero della Giustizia per operatori giudiziari sia quello del Ministero dei Beni Culturali per addetti alla fruizione, all’accoglienza e alla vigilanza. Per questo motivo, gli avvocati sono già al lavoro per presentare i rispettivi ricorsi.

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