Non essendo stato licenziato dalla Giunta Foti, il nodo bilancio consuntivo del Comune di Avellino dovra’ essere affrontato dalla nuova Ammnistrazione previo passaggio e disamina da parte di revisori esterni. Gia’ negli scorsi mesi il bilancio preventivo e’ stato oggetto di revisione da parte degli ispettori del Ministero Economico Finanziario, che hanno nel maggio scorso concesso il via libera all’approvazione.
La relazione accompagnatoria evidenziava alcune criticita’ ed anomalie, a cominciare dai residui attivi e passivi elencati nel bilancio. Ad esempio alcune voci portate all’attivo andavano cancellate in quanto ritenute crediti non piu’esigibili. Tra le criticita’figuravano alcuni conti delle partecipate del Comune, quelle arcinote riguardanti il Teatro e l’ACS. Nel dossier al vaglio della Corte dei Conti vi erano le consistenti somme dei debiti fuori bilancio che nel 2012 erano di 31 milioni e dal 2013, anno di insediamento di Foti ammontavano a 26milioni di euro.
Ad oggi squillano campane diverse in proposito. Secondo l’avv.Dino Preziosi, accanito oppositore della scorsa giunta Foti e collettore di un 4 e passa per cento di voti all’ultima tornata elettorale, acquisito con una sua lista ed il suggello di Fratelli d’Italia, il Comune di Avellino non puo’ scampare al dissesto; che a suo dire converrebbe dichiarare subito per evitare alla cittadinanza situazioni di cancrena, come la privazione di servizi minimi ed un elevazione di regime di tassazione massima per lungo tempo.
Di parere diametralmente opposto e’ Maria Elena Iaverone, ex assessore al Bilancio, che parla di un attivo di nove milioni di euro per il Comune di Avellino. “Parlare di dissesto e’ pura demagogia–spiega la Iaverone– in quanto nell’ipotesi di persistenti gravi difficolta’ il Comune non sarebbe stato in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti ed assicurare i servizi essenziali, incombenze che invece onora con regolarita’.
Anzi cinque anni fa–continua l’assessore—all’epoca dell’insediamento della Giunta Foti, la situazione era molto piu’ drammatica. Ribadisco che oggi i conti sono in ordine, che vi sono nove milioni di euro nelle casse del Comune, grazie al recupero delle evasioni”. Pertanto ella fa intendere che provocare il dissesto sarebbe una motivazione solo politica, senza alcun riscontro nei conti ndell’Ente. Infine la stessa fa notare che, andando ad analizzare i precedenti per disssesto nei vari Comuni italiani, nessuno di essi ne ha tratto dei benefici reali da tale procedura, come vorrebbe far credere Dino Preziosi.