La riforma delle pensioni si aggiunge di un nuovo capitolo, questa volta ad annunciarlo non è il Governo ma i sindacati. Dopo i recenti scontri di agosto forse si è giunto ad una prima vera mini-manovra. Dopo l’ennesimo incontro con l’esecutivo è arrivata una sorta di ufficialità direttamente dalle organizzazioni dei lavoratori Italiani.
Dal 2017 l’APE, ovvero l’anticipo pensionistico , potrà essere richiesto dai lavoratori che hanno compiuto 63 anni di età, esattamente 43 mesi prima di raggiungere i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia.
Una mediazione, cosi l’hanno definita i sindacati, un punto d’incontro per poter iniziare a sbrogliare questa enorme matassa della riforma delle pensioni. Al momento si tratta di una forma sperimentale della durata di due anni e che dovrebbe interessare circa 300 mila nuovi pensionati.
Ma che cosa è l’APE?
L’Ape, acronimo che significa Anticipo pensionistico è il progetto sperimentale a cui il Governo sta lavorando per consentire, dal 2017, a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età di andare in anticipo in pensione. Chiaramente fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici si pagherà una penale sul dovuto, si parla di un 5% per ogni anno di anticipo.
APE – Anticipo pensionistico, ecco chi potrà usufruirne
Ecco i requisiti per richiedere l’anticipo pensionistico (APE), si parte nel 2017, potranno decidere di uscire in modo flessibile dal mondo del lavoro tutti coloro i quali sono nati tra il 1951 ed il 1953, compiuti i 63 anni di età. Se i soggetti sono disoccupati e dunque senza l’appoggio di ammortizzatori sociali , l’anticipo sarà praticamente gratuito, con la sola condizione che l’importo della pensione non superi le 1200 euro mensili nette. Mentre per coloro i quali hanno ancora un impiego, l’anticipo pensionistico sarà detratto con rate di ammortamento sulla pensione.
Penalizzazione del 5% per ogni anno di anticipo
Chiaramente per ammortizzare i costi, il Governo ha deciso delle penalizzazioni sull’anticipo pensionistico. In pratica dall’assegno sarà detratta una percentuale fino al raggiungimento dei requisiti utili per ricevere la pensione nella sua totalità spettante. Per tutti i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953 che dunque decideranno di affidarsi all’Ape potranno incassare la pensione in anticipo, grazie ad un prestito che sarà restituito in piccole rate, che verranno trattenute dal momento in cui decorre la pensione stessa. Attualmente si prevede che la penalizzazione sull’assegno anticipato – eccezione ovviamente per i disoccupati, i disabili, gli inabili e coloro che svolgono attività «gravose», da definire nei dettagli con la legge di Stabilità – sarà del 5% per ogni anno d’anticipo rispetto all’età della pensione di vecchiaia. Non solo, la somma restituente sarà cumulata di un tasso d’interesse, che dipenderà dall’entità della pensione stessa.
Maglie più larghe per i lavori usuranti
Dovrebbero inoltre allargarsi le maglie, per quanto concerne i cosiddetti lavori usuranti, facendo rientrare probabilmente categorie come quelle dell’edilizia, maestre d’asilo e degli infermieri. Si è parlato poi dei lavoratori precoci e dell’aumento delle pensioni più basse confermando l’intenzione di intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima per coloro che hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese.