Il Partito Democratico dopo la sconfitta alle amministrative cerca di riorganizzarsi dopo gli ultimi mesi caratterizzati non solo da pesantissime e storiche sconfitte elettorali ma anche da laceranti divisioni interne circa il modo di far vivere il partito nelle istituzioni e nelle società italiana.
Sabato prossimo, alla assemblea nazionale, che dovrebbe riconfermare Maurizio Martira segretario dem, i democratici proverranno nella impresa, certamente non facile, di trovare una tregua interna e una unità sul piano del percorso da intraprendere per rilanciare il progetto del centrosinistra che vede il PD pilastro centrale. Con ogni probabilità,il prossimo sabato, sarà la prima occasione per discutere delle due diverse visioni di partito che sono emerse in questi mesi travagliati per il mondo democratico. Una delle prime proposte è stata quella avanzata dall’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, il quale ha lanciato l’idea di costruire un fronte repubblicano contro i populisti, un fronte che tenga insieme il PD è parte del mondo che gravita intorno a Forza Italia e alle formazioni di centro.
Difatti questa proposta implica un superamento del PD come soggetto socialdemocratico e la costituzione di un vero e proprio partito della nazione che si collochi al centro del quadro politico. Mentre l’altra proposta che emersa è quella di Nicola Zingaretti attuale governatore del Lazio,il quale pensa ad un PD quale forza centrale di un nuovo centrosinistra che guardi in modo particolare alla sua sinistra a partire da Liberi Eguali e ai movimenti civici di sinistra, per costruire un campo progressista largo, plurale, democratico e con una forte connotazione di sinistra.
Al progetto di Zingaretti avrebbero già dato il loro assenso esponenti autorevoli del partito tra i quali Dario Franceschini, Pierò Fassino, Andrea Orlando e lo stesso primo segretario dem Walter Veltroni. Ovviamente sulla strada da percorrere peserà di sicuro la parola di Matteo Renzi il quale conserva un ampio consenso sia nei gruppi parlamentari,sia nel partito che nella stragrande maggioranza degli elettori democratici. Di sicuro per il partito si apre, a partire dalla assemblea di Sabato, una fase importantissima dove non si possono commettere più errori pena la fine del campo democratico e progressista in Italia.