Ricordi esperienze paurose? Colpa del cervello che conserva la “mappa del terrore”

Percepisci quella sensazione di paura, di angoscia, quando visiti un luogo? Ti terrorizzi facilmente per eventi che hai già vissuto in passato? La colpa è del cervello, che, per non farsi mancare nulla, memorizza e conserva una mappa del terrore, per ricordarci tutti quegli eventi traumatici che in passato ci hanno spaventati, che sia esso un luogo visitato da bambini o un film horror visto anni prima.

Quando la stessa esperienza si potrebbe ripetere, il cervello ci blocca, ci avverte, ci lancia chiari segnali: “Ehi, sei sicuro che vuoi procedere? Hai già avuto paura in passato per questo evento”. Ecco, anche se raccontato in maniera molto superficiale è quello che accade al nostro cervello.

La mappa della paura nel cervello

Lo sostiene una ricerca eseguita dalla Rice University e del Baylor College of Medicine, in Texas, e pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience. Lo studio è stato portato alla luce dopo gli ottimi risultati ottenuti sui topi, e potrebbe essere una decisiva svolta per comprendere come agisce la memoria ogni volta che va a ripescare un vecchio ricordo. Lo studio approfondito, potrebbe inoltre svelare come mai alcune malattie come l’Alzheimer riescano a cancellare gli stessi ricordi.

“La nostra mente richiama continuamente i ricordi. spiega Daoyun Ji, del Baylor College of Medicine – E’ possibile ricordare la strada che si fa ogni mattina da casa a lavoro: ma cosa accade effettivamente quando il cervello ripesca questo ricordo?”.

La ricerca ha preso in esame diverse decine di topi, ed è stata piuttosto elementare ma decisamente efficace. Registrando l’attività cerebrale dei topo, agli stessi è stato fatto percorrere un lungo corridoio per quattro volte. La prima volta il percorso è stato eseguito in maniera rapida e senza intoppi. Nel secondo passaggio al termine del corridoio i roditori sono stati colpiti con una scossa elettrica. Nei successivi passaggi, i topi, terrorizzati, bloccavano prima del previsto il loro cammino e facevano marcia indietro, per evitare il luogo dell’elettroshock e dunque consapevoli di subire un nuovo attacco.

Durante questa condotta di evitamento, scatenata dal ricordo pauroso, il cervello dei roditori ‘accendeva’ dei neuroni specifici dell’ippocampo (chiamati ‘cellule di luogo‘) che rappresentavano nella mente proprio il luogo fisico dove il ratto aveva vissuto l’esperienza di terrore. ”Osservando l’attività cerebrale del ratto – spiega il dottor Jio – possiamo capire come l’animale stia viaggiando mentalmente dal luogo in cui si trova al luogo dello shock. Questa attivazione riemerge esattamente nel momento in cui si ripesca quello specifico ricordo” pauroso. La ricerca continua – I ricercatori intendono ora scoprire se questi meccanismi siano alterati nell’Alzheimer. Sempre più studi indicano infatti che la malattia non cancellerebbe i ricordi, ma ne renderebbe impossibile il recupero.

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