Diritto alla privacy, le società high tech americane hanno deciso di fare sulserio ed hanno ingaggiato una vera battaglia contro il governo americano,al solo scopo di proteggere i dati dei loro clienti e dunque la credibilità aziendale. Il guanto di sfida è stato lanciato alcune settimane fa dallla Apple, ora è la volta di Microsoft e Twitter. Ormai sembra essere guerra aperta tra i colossi informatici e le istituzioni Americane. Dopo l’incredibile braccio di ferro tra la Apple e l’Fbi di qualche settimana fa, dove i federali chiedevano a Cupertino lo sblocco immediato dell’iphone del Killer di San Bernardino, con annesso rifiuto, oggi tocca a Microsoft. Il colosso padre di Windows nelle ultime ore si è scagliato pesantemente contro il governo degli Stati Uniti, ancora una volta in difesa della Privacy digitale dei propri utenti.
L’azienda creata dal genio Bill Gates,ha deciso di portare in giudizio il dipartimento di giustizia americano, accusando l’ente Americano di richiedere forzatamente dati personali dei clienti (email,sms, ecc) senza che quest’ultimi ne siano messi a conoscenza. Il colosso sostiene che Washington agisca in modo incostituzionale vietando ai gruppi tech di avvertire i clienti, qualora i propri dati venissero controllati dagli agenti federali. In poche parole Microsoft, si legge nella nota, rivendica il sacrosanto diritto di avvertire gli utenti quando un agenzia esterna, in modo particolare federale ,controlla in qualsiasi maniera i loro dati, che siano esse email,sms o comunicazioni digitali.
Microsoft è decisa, ha infatti depositato la causa presso il tribunale del Distretto occidentale di Washington, asserendo con convinzione come il governo Usa stia violando la Costituzione, impedendo alla compagnia di notificare a migliaia di clienti le richieste per controllare le loro email e altri documenti. Secondo il colosso di Redmond, le azioni del governo violerebbero il Quarto emendamento, che stabilisce il diritto di sapere se il governo controlla le loro proprietà, si legge dei documenti, e il Primo emendamento sulla libertà di espressione.
Così, dopo Apple, anche il colosso di Bill Gates si oppone alle richieste del governo, che così violerebbe la riservatezza dei cittadini e, di conseguenza, la Costituzione.Nel caso di Cupertino, il braccio di ferro con l’amministrazione si era consumato in seguito alla strage di San Bernardino inCalifornia. In questo caso, la società – nonostante l’ordine del giudice – si era rifiutata di fornire volontariamente l’aiuto richiesto dall’Fbi per entrare nello smartphone del killer Syed Rizwan Farook. Alla fine, però, i federali sono riusciti comunque a sbloccare il dispositivo e ad ottenere le informazioni desiderate.