Minori e giustizia, numeri da capogiro: educatori ed avvocati figure cardini nel reinserimento sociale

Uno degli aspetti più complicati nella vita di un genitore, senza ricorrere a termini maggiormente catastrofici seppur – probabilmente – più consoni al caso, si manifesta quando il proprio figlio commette dei reati in età minorile o poco più che maggiorenne. Un fenomeno, nel nostro paese, che ha raggiunto numeri a dir poco significativi: secondo i dati forniti dal ministero di giustizia, si sono registrati quasi 20000 reati ascrivibili a questi soggetti. Un dato che deve portare ad una seria riflessione, senza, però, criminalizzare eccessivamente il minore che lo commette, anche se la gravità varia, per quanto ovvio, da reato a reato.

Reati commessi da un minore: qual è la funzione prioritaria di un legale che lo assiste?

D’altro canto, il sistema giudiziario italiano, per sua natura, tende ad avere un approccio improntato alla rieducazione del minore, al fine di consentirne il reinserimento nella società. Mettere alla gogna un minore che commette un reato, arrivando addirittura all’emarginazione dello stesso, rischia di rivelarsi un boomerang sia per il singolo soggetto che per la società nel suo complesso, in quanto si corre il serio rischio che il ragazzo prosegua nel proprio percorso delinquenziale. Un ruolo cardine nell’assistenza del minore, in tal senso, viene svolto soprattutto dall’avvocato dello stesso, al quale spetta il complicato compito di valutare la personalità psicologica del proprio assistito.

L’avvocato Moscato è un penalista a Roma particolarmente afferrato nell’assistenza dei minori che, purtroppo, devono fare i conti con la giustizia italiana. D’altro canto, assistere un giovane nel suo percorso legale è tutt’altro che semplice, considerata la necessità dello stato di punire chi ha commesso un reato e quella, sacrosanta, di tutelare il minore nel proprio percorso di reinserimento sociale. La legge, in diversi casi, consente delle alternative alla misura detentiva come la commisurazione di pene con finalità sociale. È molto importante, di conseguenza, affidarsi ad uno studio legale competente in materia, che sia in grado di fornire il giusto supporto emotivo e psicologico al minore e, più in generale, all’intero nucleo famigliare.

Servizi sociali ed educatori: due figure cardine nel processo di reinserimento sociale del minore

Un ruolo molto importante, poi, viene svolto dai servizi sociali per i minorenni, operanti in stretta collaborazione col giudice fino alla conclusione del processo, che attualmente hanno in carico oltre 17000 ragazzi. Lo scopo principale di queste istituzioni è quella di carpire la personalità del minore, attraverso uno studio approfondito dei tratti psicologici che lo caratterizzano, in modo da capire le motivazioni che lo hanno spinto a compiere un reato.

Dopo questa prima fase, i servizi sociali stilano un percorso educativo in grado di fare da contraltare all’eventuale pena da scontare, che risulti il più adatto possibile alla rieducazione del minore o del giovane adulto. La legge, in tal senso, prevede delle eccezioni fino al compimento dei venticinque anni. La maggior parte delle sanzioni inflitte ai soggetti minori sono a piede libero, ma negli ultimi anni sono aumentati, seppur leggermente, quelli detenuti nelle patrie galere.

In questo caso, quindi, l’assistenza del minore non può essere trasferita ai servizi sociali, ma viene demandata ad un team multidisciplinare nel quale svolge un ruolo di vitale importanza l’educatore socio-formativo. Nelle carceri minorili, d’altronde, viene data grande rilevanza alle attività formative, ricreative, culturali e lavorativa per evitare che il minore venga abbandonato a sé stesso in attesa della definitiva scarcerazione. I minori detenuti attualmente in queste strutture sono circa 500: la fascia d’età fra i 15-20 anni è la più folta e rappresenta il 65% del totale. I reati maggiormente commessi sono quelli contro il patrimonio, come furti e rapine, mentre solo una piccolissima parte si trova in stato di detenzione per aver commesso un delitto. Il 40% dei minori è di origine straniera, la maggior parte di essi sono di origine africana, dell’Est Europa (Romania e Croazia in primis), America Latina e Asia.

 

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