LIBERTA’ DI MANIFESTARE NON SIGNIFICA LIBERTA’ DI VIOLENZA – In un paese civile come il nostro dove è pienamente in vigore una Costituzione democratica e pluralista, la libera manifestazione del pensiero costituisce un diritto fondamentale di ciascun individuo, così come espressamente sancito nell’articolo 21 che nella sua prima parte solennemente afferma: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ovviamente tale sacrosanto diritto implica il rispetto della dignità e del pensiero altrui e delle regole dello Stato di diritto che presiedono il libero svolgersi dei rapporti umani e la piena e armonica realizzazione della persona umana all’interno di un dato contesto sociale.
Mentre quanto accaduto ieri in tarda serata in Largo San Giovanni Maggiore, a Napoli, non è stato un manifestare pacifico o democratico, la rabbia sociale e l’esasperazione dei cittadini, che meritano considerazioni e riflessioni, sono state esplicitate in modo difforme da quanto prescrive la nostra Costituzioni e le regole del nostro Stato democratico.
In realtà in diversi punti della città partenopea si sono radunati centinaia di persone che in violazione della normativa nazionale e regionale contro la diffusione del Covid-19 hanno in primo luogo creato assembramenti, non rispettando il distanziamento sociale e soprattutto hanno esplicitato il loro disappunto nei confronti delle misure drastiche che il Governatore Vincenzo De Luca aveva annunciato poche ore prima nella sua consueta diretta del venerdì ai cittadini campani.
Napoli, guerriglia in città. La manifestazione contro un nuovo possibile lockdown degenera. Lancio di bombe carta, scontri tra manifestanti e polizia. Aggrediti giornalisti.
Con ogni probabilità potremo anche capire, giustificare e comprendere le ragioni che hanno mosso i cittadini a scendere in piazza, ma non possiamo nel modo più assoluto giustificare la palese violazione da parte dei manifestanti della normativa in materia di contrasto alla diffusione del virus, e soprattutto gli atti di violenza perpetrati in danno dei giornalisti accorsi a fare il loro dovere di cronaca, rischiando sulla loro pelle e delle proprie famiglie già solo per il fatto della circolazione ormai diffusa del virus in tutta la regione Campania.
La libertà di manifestare non ha più valore se degenera in violenza.
Così come sono da condannare gli attacchi vili e squadristi commessi da alcuni manifestanti nei confronti delle camionette e autovetture degli agenti di polizia accorsi nei luoghi della manifestazione per garantire la presenza dello Stato e del rispetto della legge e al fine di controllare il regolare svolgimento della protesta dei manifestanti, poi degenerata in una vera guerriglia urbana, mettendo a serio rischio l’ordine pubblico e la sicurezza urbana.
Inoltre è di tutta evidenza come la criminalità organizzata stia soffiando sul fuoco della rabbia e disperazione delle persone che potrebbero essere fortemente penalizzate da un nuovo lockdown in Campania, e questo fenomeno potrebbe diventare molto pericoloso nelle prossime settimane.