Le sensazioni del signor Asterisco: il romanzo di Francesco Teselli

“Uno scrittore è un bugiardo. Non fa altro che inventare storie su storie che spesso non sono state neanche mai raccontate”, e magari anche questa è una bugia. Si tratta quasi di un “esperimento letterario” quello del romanzo d’esordio del giovane scrittore napoletano, irpino d’adozione, Francesco Teselli.

Le sensazioni del signor Asterisco“, edito Edizioni Eracle, nasce da una necessità ben precisa: ritrovarsi. La ricerca di se stesso però avviene attraverso un meccanismo abbastanza particolare, e cioè il gioco delle sensazioni. Protagonista della storia è uno scrittore squattrinato che tenta disperatamente di scrivere un libro. In realtà quasi non sa bene come fare, all’inizio si limita a “scrivere cose sul pc e poi Dio provvede”. Lentamente però cresce il bisogno quasi fisiologico di dare una continuità a quei “tentativi” di capitolo a cui inizialmente il lettore assiste.

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E così, ecco che dal romanzo che lo scrittore sta cercando di scrivere si passa a quello che il lettore ha tra le mani, attraverso un flusso di coscienza con cui lo scrittore si racconta e, parallelamente, manda avanti la trama. Trama fatta di incontri bizzarri con personaggi altrettanto stravaganti: un vagabondo poeta che scrive piccole poesie dietro agli scontrini che trova per strada e un musicista squinternato che canta la Beat Generation al suo “pubblico assenteista” di passanti distratti. I tre cominciano una frequentazione quasi ossessiva, restano anche notti intere a parlare e, ovviamente, niente dei mirabolanti discorsi tra il surreale e l’utopico che si fanno, sfugge all’ispirazione dello scrittore che non tarderà a riportare tutto nel suo romanzo. Poi, come succede anche ai migliori, un blocco: il protagonista senza nome non riesce più ad andare avanti, il Signor Asterisco sembra aver esaurito le sensazioni. Saranno gli altri due del trio a proseguire, in un vortice psichedelico che porterà addirittura alla condivisione, oltre che della stesura del libro, anche dello stesso appartamento. Come sempre accade, dopo aver toccato il fondo si può solo risalire e infatti, dopo essersi ritrovato finalmente da solo, ecco il tassello mancante, la chiave di volta: in un teatrino ai confini della città lo scrittore conosce una donna. Donna che ben presto, però, anche vagabondo e musicista conosceranno.
Si ricomincia daccapo.

Un romanzo che risente, con i dovuti confronti, della poetica jazz e dello stile be-bop di Kerouac, delle strutture narrative sperimentali di Italo Calvino e dell’approfondimento psicologico della scrittura di Salinger, accentuato dall’utilizzo della prima persona. Attraverso una sorta di genesi delle sensazioni, Teselli prima si perde, quasi umanizzando la confusione di una sopravvivenza senza amore, per poi ritrovarsi, dimostrando che solo l’amore può mettere in ordine qualcosa, specie una vita.

Il lettore, come in un contemporaneo “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, è il vero protagonista, il dialogo con lui è costante. Anche quando alla fine, come nei migliori thriller hollywoodiani, un colpo di scena capovolgerà tutto ciò che è successo fino a quel punto.

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