Le nuove Rockstar suonano la Trap: ma voi sapete cosa significa “TRAP”?

rockstar

Negli anni ’90 nasceva il grunge, questi invece sono gli anni della trap. La parola “trap” deriva da “trap house” ossia quegli appartamenti abbandonati, solitamente nei sobborghi di Atlanta, dove gli spacciatori americani preparano e spacciano sostanze stupefacenti. Inoltre la parola “trapping” in slang significa “spacciare”.

Questo genere, infatti, è molto legato ad ambienti e tematiche relative alla vendita e alla dipendenza da droghe: per la verità, inizialmente non era un genere vero e proprio. Fino ai primi anni 2000 il termine indicava semplicemente un luogo (le “trap house”, appunto); successivamente, comincia a essere utilizzato per indicare la musica legata a quel contesto. In anni più recenti l’etichetta “Trap” viene associata pure a brani e artisti che utilizzano determinati suoni, anche se nulla hanno a che vedere con il mondo delle “trap house” di Atlanta (ad esempio nel caso della EDM Trap).

Tra queste caratteristiche sonore, riconosciamo suoni di batteria presi dalla drum machine Roland TR-808, kick pesanti, sub-bassi distorti tipicamente dab, hi-hat a velocità doppia con frequenti rullate e un tempo che mediamente si attesta tra i 120 e i 140 bpm. La parte strumentale è di solito realizzata con sintetizzatori e VSTi, con melodie minimali, ripetitive, aggressive e vagamente ipnotiche. Se le principali influenze musicali sono il Southern Rap e la Miami Bass, con il tempo e la crescita della popolarità di questo sound si sono venuti a creare ulteriori sottogeneri che mescolano anche altre influenze a livello sonoro e d’immaginario.

Adesso che sappiamo, più o meno, cos’è veniamo al punto focale: Sfera Ebbasta, noto rappresentante del genere, ha fatto scalpore tempo fa con l’uscita del suo terzo album, dal titolo “Rockstar”, dichiarando che “le vere rockstar, oggi fanno la trap”. Le sue parole, sia ben chiaro, non vanno assolutamente intese in relazione al tipo di musica. Il cantante si riferisce a quel determinato atteggiamento che da sempre si attribuisce ai rockers. Vita sregolata. Insomma, il famigerato “sesso, droga e rock ‘n’ roll”. Che dire, quanto meno è interessante.  Proviamo ad analizzarla, questa dichiarazione.
Negli anni ’60, John Lennon diceva dei suoi Beatles “noi ora siamo più popolari di Gesù. Non so cosa finirà prima, se il rock ‘n’ roll o il Cristianesimo”. Parole forti, in pieno spirito rock. Inoltre, molti messaggi subliminali. Anche per quanto riguardava l’utilizzo delle droghe, da “Lucy in the Sky with Diamonds” (criptico, ma neanche tanto, riferimento all’assunzione di LSD), ad “I’m only sleeping” in cui, tra le righe, si narra di un “viaggio” la cui meta è per lo meno intuibile.

Ozzy Osburne invece diceva ” sì, sono il rocker folle che ha staccato la testa a un pipistrello con un morso e che ha pisciato sulle mura di Fort Alamo; ma ho anche un figlio a cui piace incasinarmi la tv, quindi se vado a farmi una tazza di tè poi mi rilasso e cerco di guardare qualcosa su History channel, poi la tv non funziona. Vedere questa roba ha confuso di brutto la gente. Credo che avessero idea che se non ero in giro a farmi arrestare perché troppo strafatto, me ne stavo in una caverna appeso a testa in giù, a bere sangue di serpente. Ma io sono come un clown: alla fine della giornata arrivo a casa, mi levo il cerone e il naso rosso a palla e divento un papà”.

Insomma, l’impressiona è che in qualche modo ci fosse, seppur in maniera alterata, una specie di “aura” diversa. Esagerata, certo. Ma diversa, in qualche modo.Le “rockstar” di oggi parlano di droga apertamente, ostentano la ricchezza con denti d’oro e pellicce e, soprattutto, hanno un livello culturale basso. Molto basso. Se l’atteggiamento è “simile” a quello delle rockstar di un tempo, sembra però che a risentirne maggiormente sia soprattutto la qualità. Volessimo prendere in analisi solo i testi, ci accorgeremmo che il rock era fatto anche di poesia, non solo di esagerazioni.<

«It’s Better to Burn Out Than to Fade Away» (“è meglio bruciare che spegnersi lentamente”).