Il lavoro nobilita l’uomo ma logora la donna: ecco quali rischi per la salute

Il termine lavoro deriva dal latino labor con il significato di fatica, ecco nella parola stessa viene rappresentato l’estremo concetto del lavoro. Qualsiasi esso sia, sotto qualsiasi forma lo si svolge, il lavoro rappresenta una fatica, che sia lo studente che deve assimilare delle informazione, il cameriere che fa chilometri tra le ordinazioni, lo sportivo che si allena 10 ore al giorno o lo stesso super manager che deve dirigere la propria azienda. Tutte, ma proprio tutte le forme lavorative sono stancanti, chiaramente con le dovute proporzioni e nelle diverse misure, dalla stanchezza fisica a quella mentale, allo stress, alle paure.

Oggi nel mondo esistono ricerche e studi per qualsiasi quesito, ed ecco che ne arriva uno appositamente creato per dimostrare chi tra uomini e donne risente patologicamente del lavoro prolungato. Infatti, Secondo uno studio effettuato dall’Ohio State University sarebbe emerso come alcune patologie croniche possano essere causate dal troppo lavoro, ed in modo particolare ad essere colpite sarebbero soprattutto le donne.

Quali sono le patologie che possono colpire le donne e come si manifestano?

Lavorare troppo, lavorare troppo poco o lavorare il giusto? Quale sarebbe il limite oltre il quale la nobile arte del “fare”, potrebbe arrecare problemi di salute? I dati evidenziati dalla ricerca parlano chiaro, se una donna lavora per sessanta ore settimanali per circa 30 anni di carriera si espone maggiormente al rischio di alcune malattie: il tumore, il diabete e patologie di tipo cardiaco e artrite. Ma i problemi possono iniziare anche prima, con una normale settimana lavorativa da 40 ore.
Secondo uno degli autori dello studio, Allard Dembe, il rischio diventa anche più concreto, se nel corso della carriera la donna ha ricoperto diversi ruoli lavorativi, in quanto si accumula una pressione ed uno stress molto più costante e pressante.

Gli uomini rischiano di ammalarsi di meno, perchè?

Come mai gli uomini tendono ad ammalarsi di meno? Facendo una stima statistica, l’uomo è portato a svolgere lavori, soprattutto manuali, decisamente più logoranti delle donne, chiaramente non si tratta di una questione sessista, semplicemente la donna non ha una tale forza fisica che le permetta di svolgere determinate attività lavorative. Dunque come mai il maschio riesce ad assimilare meglio il lavoro in eccesso? Secondo la ricerca, svolta su migliaia di soggetti, esiste una terza variante decisiva che va ad incidere sulle condizioni di salute, le donne oltre a spendere energie nella loro attività professionale, quasi sempre sono costrette a sorbirsi buona parte degli impegni e delle responsabilità familiari e domestiche. Dunque, per il gentil sesso, si va a creare un accumulo di stress tra lavoro e vita familiare, che alla lunga le logora pesantemente, rischiando addirittura l’insorgenza di gravi patologie. A tal proposito i ricercatori suggeriscono soprattutto alle aziende, di attuare dei piani di flessibilità lavorativa, offrendo ai propri dipendenti delle soluzioni alternative e di supporto, un modo intelligente quanto efficace per avere un dipendente sempre in salute e che garantisca una maggiore produttività lavorativa.

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