Riprendiamo, dopo un po’ di tempo di pausa, la rubrica “donne in società”, con una intervista in esclusiva a Contatto Lab di una giovane imprenditrice del settore agricolo Teresa Bruno fondatrice dell’Azienda Agricola Petilia insieme a suo Fratello Roberto
Nell’ Ottobre del 1999 inizia la prima vinificazione di Greco di Tufo doc (all’epoca), le emozioni di due ragazzi superano ogni guadagno, si pensa a come identificare la propria Azienda, decidono seduti su un gradino di arenaria di chiamarla PETILIA: Piccola Patria, Nuova Patria con vini intrisi di sensazioni floreali e fresche che li rappresentano appieno , insieme alla immediata identificazione del vitigno, alla mineralità, di cui ancora oggi a distanza di 21 vendemmie le loro bottiglie sono contraddistinte
Teresa lei è una nota e importante imprenditrice di successo nel settore agricolo e in modo particolare nel settore del vino, i suoi prodotti sono venduti in tutta Italia e in diversi paesi europei ed esportati negli USA, in Messico ecc. Dall’alto della sua esperienza quale è la sua opinione in merito alle ricadute già pesanti degli effetti dovuti alla emergenza sanitaria?
La ringrazio per la domanda, io naturalmente posso parlare per il mio comparto e per le esperienze apprese già da adolescente nel mondo della viticoltura e grazie alla costituzione delle mie Aziende Agricole che oggi contano terreni per la maggior parte vitati a Greco di Tufo e Aglianico atti a divenire Taurasi e Falanghina.
Il Covid ha spiazzato l’intero comparto agricolo che come è risaputo è il settore primario, ha senza volerlo fatto delle differenze tra le diverse colture, privilegiando quello degli ortaggi e della frutta fresca, a discapito di chi negli anni si è costruito con tanta fatica una fascia di mercato diversa da quella della grande distribuzione, chi come me lavora esclusivamente per l’alta ristorazione sta subendo danni importantissimi; con i ristoranti chiusi ed il turismo bloccato, quel che è ancor peggio è che il Covid non ha colpito solo l’Italia, ma l’intero pianeta, riuscendo a bloccare dunque anche i mercati in esportazione. Siamo a fine aprile e la Vendemmia per noi operatori, è già alle porte e la maggior parte delle aziende hanno capienze occupate da vini non venduti e uva da raccogliere dalle proprie vigne. La ricaduta imminente sarà la svalutazione delle uve e quindi dell’intero territorio Viticolo almeno per questo anno. L’agricoltura non è una Fabbrica con attrezzature che si possono spegnere, la Vigna continua il suo percorso, la Vigna vuole arrivare a Fruttificare, deve essere lavorata ed accudita, perché un errore di lavorazione oggi può arrecare danni alle annualità future
La sua azienda dottoressa Bruno è un fiore all’occhiello della nostra provincia, può in poche parole spiegarci quale è il segreto del successo della sua azienda?
PETILIA è un azienda di due Fratelli cresciuti un po’ in simbiosi, che riescono a provare emozioni simili e gioie bucoliche, appassionati della terra e dei suoi frutti, la Vinificazione è certamente la conclusione del percorso iniziato nelle Vigne, noi speriamo di trasmettere un po’ del nostro essere ai nostri vini che sono Tenaci, Autentici e Riconoscibili nel loro essere Autotconi.
Teresa considerata la grave crisi economica e occupazionale che ha colpito pesantemente il mezzogiorno del paese e quindi anche la nostra amata provincia, il comparto agricolo e nello specifico il settore del vino può rappresentare un ancora di salvezza per le nuove generazioni in cerca di lavoro?
Il comparto agricolo ha bisogno adesso ancor più di prima di personale specializzato, le Vecchie Braccia donate all’Agricoltura oggi devono essere Braccia pensanti, formate e preparate, l’improvvisazione o il rifugiarsi nella terra come alternativa allo studio non sarà una opportunità, al contrario chi ha veramente voglia di mettersi in gioco potrà farlo senza pensare che il lavoro nei campi sia un lavoro denigrante, ma orgogliosi di piantare, coltivare e raccogliere i frutti di annualità diverse, pronti e capaci ad intervenire alle avversità Ordinarie o Super Straordinarie
In merito al rilancio e allo sviluppo definitivo del comparto agricolo nella nostra Regione e Provincia, secondo lei Teresa, le Istituzioni, soprattutto la Regione Campania, con le loro politiche e provvedimenti amministrativi, hanno favorito la crescita del settore o meno?
Oggi non si può pensare a quello che è stato fatto e che tanto meglio si sarebbe dovuto fare, ma è quello che immediatamente si dovrà fare. Il governo centrale sta pensando all’emergenza sanitaria, ma non si è ancora reso conto del danno economico inflitto a tutti, vorrebbe risolvere chiedendo alle aziende di indebitarsi, speravo nella Regione che si occupasse prontamente dell’intero comparto, ma ho dovuto tristemente apprendere che per adesso sta mettendo in sicurezza il comparto bufalino e lo ha già fatto 15 giorni fa stanziando contributi sul latte di bufala, ad oggi realmente per il comparto della viticoltura non risulta stanziato nessun fondo, sono molto dispiaciuta di dover vedere che l’ Irpinia Terra delle TRE docg più importanti del Sud sia sempre bistrattata e che la viticoltura arrivi per la Campania sempre per ultima. Il mio appello per la Regione è quello di sbloccare immediatamente i fondi per l’agricoltura e crearne di altri per l’evento straordinario accaduto. Le aziende hanno bisogno di liquidità per ottemperare al costo del personale e delle lavorazioni meccaniche, questo comparto è il più importante dell’Irpinia. La Regione ne deve prendere atto e lo Stato deve nella giusta misura, premiare l’imprenditoria seria e produttiva, che oltre a fatturare contribuisce notevolmente all’indotto del paese.