Dalla riunione di sabato scorso al Mise scaturisce una speranza per la produzione di autobus in Valle Ufita. Dovrebbe subentrare in maggioranza il socio privato Gruppioni che affiancherebbe Invitalia e Finmeccanica. Quindi un gruppo pubblico—privato avrebbe la maggioranza (51%) per guidare l’azienda, completata dall’Amministratore delegato Stefano Del Rosso (al 49%). Se dopo due anni dalla sua costituzione e con l’aggiudicazione nell’autunno dello scorso anno dell’importante appalto per 1.300 veicoli in tre anni la produzione non e’ partita vuol dire che ci sono gravi problemi.
Manca quella solidita’ finanziaria che un simile volume d’affari richiede. Il piano prevedeva 55 milioni di fatturato per il 2017 d il raddoppio per il 2018. Per realizzare simili volumi di produzione c’e’ bisogno di un socio forte finanziariamente da poter supportare investimenti ed eventuali variabili di mercato. Si confida in una sollecita risoluzione della vertenza in piedi da un settennato e con gli operai in stato di cassa integrazione da ormai sei anni; peraltro tra la sede di Flumeri e quella di Bologna risultano impiegati circa la meta’ degli operai in organico (la sede di Flumeri conta circa 300 addetti).
Ma chi e’ Valerio Gruppioni, il manager indicato come determinante nel buon fine dell’accordo pubblico-privato che si va a concludere? Trattasi di un imprenditore emiliano, presidente della Sira Industrie, gia’ concosciuto in terra irpina per la direzione della Sirpress, opificio sito nell’area industriale di Nusco, che si occupa di pressofusione dell’alluminio. Gruppioni e’ considerato un imprenditore solido ed affidabile negli ambienti del Mise, anche se in terra irpina fu oggetto di lotte sindacali per la spregiudicata azione di voler sostituire personale over cinquanta con giovani leve lavorative.