Nella prima udienza del 2019 Papa Bergoglio ha subito scosso le coscienze parlando dello stile di vita di certi fedeli. Egli ha addirittura proclamato “meglio essere atei” che recarsi in Chiesa a pregare e poi uscire e comportarsi male con il prossimo.
Tanta gente, ha spiegato, prega tanto ma solo con le parole, stando tanto tempo in Chiesa, ma cio’ non serve se poi non se ne attualizza il contenuto; “si appare come pappagalli” che ripetono a memoria un testo, mentre Gesu’ vuole che la preghiera si reciti con il cuore e non con la bocca.
Papa Francesco ha rimandato al messaggio delle Beatitudini, discorso che Gesu’ riservo’ ai suoi discepoli piu’ intimi e nel quale si esaltano gli ultimi,le persone piu’ umili, miti e misericordiose. Il Pontefice ha inoltre definito il Vangelo non come un testo tranquillo, rilassante, ma “rivoluzionario”; e’ scomodo attenersi alle sue parole ma ripaga immensamente chi mette in pratica i suoi insegnamenti. Ed evoca il “discorso della montagna”, tutt’altro che facile da accettare ed attualizzare, ricordando che non sono necessarie azioni clamorose, ma basta predisporre il proprio animo alla benevolenza verso il prossimo, inteso non solo come coniuge, figli o parenti, ma tutti gli esseri umani, anche quelli piu’ lontani ed estranei. Egli ha ricordato infine anche al recitazione quotidiana del Padre Nostro, fatta intensamente con il cuore, puo’ esserci di valido aiuto in quanto “Dio e’ come un padre che sa quello di cui un figlio ha bisogno, prima di chiederglielo”. La preghiera non va recitata mai come captio benevolentia, perche’ e’ ipocrita se non parte dal cuore e sortisce solo un effetto formale e non serve a nulla.
Papa Francesco interviene spesso su discorsi ficcanti, diretti, non cattedratici; egli parla il nostro linguaggio perche’ tutti possano comprenderlo e con esempi pratici che colpiscono la fantasia degli esseri umani, affinche’ restino impressi nella mente e scuotano le coscienze di ognuno. In effetti capita spesso che nell’odierna societa’, ove il presenzialismo la fa da padrone, anche recarsi in chiesa puo’ essere un’azione che si fa con leggerezza, solo per apparire.
La preghiera invece deve comportare coinvolgimento emotivo ed impegno per la su attualizzazione. Pertanto se non si ha tale disposizione d’animo, e’ meglio non entrarci in Chiesa e proclamarsi atei, in tal modo si e’ piu’ onesti e coerenti con se stessi e con gli altri.