Alla fine la Nintendo non ha resistito e ha deciso di bloccare le creazioni Dreams ispirate ai suoi personaggi più noti. L’accusa diretta è quella di violazione del copyright con finalità di lucro. Magari qualche lettore non interessato al mondo gaming si starà chiedendo di cosa si tratta. Dreams è un meraviglioso, quanto rivoluzionario gioco nel gioco. Si tratta di un editor sviluppato dalla Sony e Media Molecole, disponibile su PlayStation 4, che consente al giocatore, la creazione da zero di veri e propri videogiochi.
Con Dreams è possibile ‘sviluppare’ videogiochi di ogni genere, dagli spararutto ai recing game, dagli Open World ai puzzle game. Insomma il solo limite è la creatività del giocatore. Ovviamente con Dreams non sarà mai possibile creare un videogioco “vero”, per quelli occorrono anni di sviluppo e software specifici, tuttavia molti utenti sono riusciti a tirar fuori decine di piccoli capolavori. Le creazioni piu sorprendenti sono quelle ‘ispirate’ ai giochi delle grandi software house. Su Dreams infatti è possibile trovare creazioni ispirate a Silenti Hill, Final Fantasy, Doom, Resident Evil, Sonic e tanti altri. Ovviamente lontani anni luce dagli originali, ma tuttavia giocabili e divertenti. Non mancano, anzi, mancavano, creazioni ispirate ai capolavori Nintendo, come Super Mario, Zelda o Mario Cart.
Ma perché la Nintendo si è opposta a Dreams?
Dreams è stato rilasciato diversi mesi fa, e molti dei giochi creati dagli sviluppatori amatoriali sono stati ispirati, come logica vuole, ai più conosciuti e amati giochi della Nintendo. Fino ad oggi il colosso videoludico nipponico non aveva fatto una piega e lasciato libertà ai creator di dare sfogo alle proprie creazioni.
Cosa è dunque successo?
A quanto pare alla Nintendo non sarebbe piaciuto l’annuncio ufficiale da parte di Media Molecule, che a breve consentirà ai creator di monetizzare sulla vendita e concessione delle proprie opere. In parole povere alcuni videogiochi creati con Dreams saranno messi in vendita. Non sorprende, in tal senso, la reazione più che giustificata di un’azienda come Nintendo che si vedrebbe così soffiare da sotto il naso potenziali introiti derivanti da videogiochi non ufficiali, ma che tuttavia presentano ugualmente i suoi personaggi più conosciuti. Insomma, fin quando la creazione è gratuita può anche essere distribuita, ma se la proprietà intellettuale deve essere monetizzata da terzi, ovviamente non va più bene.
Cosa faranno le altre software house?
Come già scritto, su Dreams sono presenti centinaia di altri giochi ispirati a capolavori videoludici di altre software house famose, come ad esempio SEGA e Bethesda, come si comporteranno? Seguiranno l’esempio di Nintendo, quindi obbligando la rimozione dei propri personaggi presenti all’interno di Dreams? O magari lasceranno monetizzare i piccoli creator? Staremo a vedere! Una soluzione pacifica potrebbe essere la distribuzione di royalties alle case madri, per ogni gioco venduto contenente i propri personaggi.