Sabato 15 febbraio presso la sala-teatro Don Peppe Diana di Portici si e’svolto il convegno di Pax Christi Sud sul tema “Italia del Nord, Italia del Sud: storia, giustizia e non violenza”.
Nel primo intervento Vincenzo Guli, studioso di storia del Mezzogiorno, ha fatto un excursus storico della nostra patria con focus sugli eventi successivi all’Unita’ d’Italia del 1870. Il relatore ha esordito dicendo che la vera Unita’ d’Italia non si e’ mai concretizzata, in quanto dai moti garibaldini in poi il Sud e’ stato depauperato sotto la regia della massoneria internazionale e con la complicita’ della monarchia sabauda.
Nella prima meta’ del diciannovesimo secolo il Regno delle due Sicilie era una terra rigogliosa nella quale vi erano importanti insediamenti industriali ed i contadini traevano copiosa messe dalle terre rigogliose. Dopo il 1870, a causa delle prepotenze della massoneria internazionale che prevarico’ i piu’ deboli Borboni per impossessarsi delle ricchezze del Regno delle due Sicilie; gli insediamenti industriali furono abbandonati ed i contadini assoggettati. Vi fu una disperata rivolta di questi ultimi che, avendo capito di essere depredati delle loro terre, imbracciarono i forconi e, con spirito di rivalsa e tanto coraggio, affrontarono a viso aperto i piu’ attrezzati soldati dell’esercito piemontese. Ma nonostante una strenua resistenze essi dovettero soccombere.
L’intervento di Marco Esposito, giornalista de Il Mattino, era incentrato sul fattore economico del divario Nord-Sud e sull’iniqua distribuzione della ricchezza. Egli ha spiegato che il sistema di federalismo regionale auspicato dalle Regioni del Nord e’ basato su criteri statistici pregressi che, se reiterati risulteranno sempre penalizzanti per il Sud. Inoltre se continuera’ l’emigrazione da parte dei meridionali verso il Nord e l’utilizzo da parte degli stessi delle strutture ivi allocate (ospedali, universita’,ecc.), la forbice si allarghera’ sempre piu’ a favore del settentrione. Esposito, che cinque anni orsono ha tentato l’impegno politico a livello regionale, ha auspicato un impegno da parte dei meridionali a documentarsi ed interessarsi a questi temi; egli inoltre sosteneva che e’ fondamentale eleggere e delegare persone serie e fidate che facciano di queste battaglie la loro missione.
Il terzo relatore, il pedagogista Antonio Lombardi, ha trattato dell’atteggiamento da tenere verso il Nord; egli sosteneva che il rapporto nord- Sud non deve essere caratterizzato da subordinazione o colonizzazione mentale, ma al contrario esserci l’orgoglio e la consapevolezza delle proprie potenzialita’, senza mai ricorrere all’odio alla violenza.E’ seguito un ampio dibattito con i rappresentanti dei Punti Pace interregionali e nel primo pomeriggio e’ stato proiettato il film di Squitieri “Li chiamarono Briganti”, in onore alla strenua resistenza delle classi contadine meridionali contro le prepotenze perpetrate dai Nordisti.