Dal Forum di Davos analisi delle disuguaglianze ed allarme ambientale

L’ edizione 2019 del Word Economic Forum che si e’ svolta, come di consueto, a Davos (Svizzera), ha registrato l’assenza di personalita’, quali Theresa May, Donald Trump e Macron. Il Primo Ministro britannico era impegnata coi problemi politici interni legati alla Brexit; il magnate americano era alle prese con il piu’ lungo shot down della storia statunitense dovuto alle difficolta’ economiche del momento; ed il Presidente francese e’ da un pezzo impegnato a fronteggiare la rivolta sociale dei gilet gialli.

Tali assenze di rilievo ritraggono il momento storico delicato che stanno affrontando le maggiori economie continentali, alle prese con problemi dovuti alla chiusura, per cui ognuno bada ai problemi interni piu’ che a quelli internazionali. Vero e’ che “ubi maior minor cessat” ma ahime’ i problemi globali riguardano tutti i Paesi del mondo, grandi e piccoli. E in tali problemi sono compresi quelli che riguardano l’instabilita’ tecnologica e la fragilta’ dell’ambiente.

La preponderanza della robotica mandera’ in pensione, o peggio in disoccupazione, molte persone; gia’ora il compito dell’umano nella catena di montaggio si limita ad un ruolo di controllo; la preoccupazione e’ che il robot lo sostituisca totalmente in un futuro non lontano. Ma l’argomento principe della kermesse e’ stato quello sul clima che preoccupa non poco la vivibilita’ ambientale. C’e’ un termine ultimo fissato nall’anno 2050: entro quella data le emissioni dovranno essere ridotte fino a impatto zero.

Quindi via libera alle fonti rinnovabili con utilizzo di biocarburanti, per uso agricolo e per la mobilita’ che dovra’ essere condivisa, e all’economia circolare, con il riutilizzo anche di cibo che non dovra’ essere sprecato e prodotto il piu’ possibile a chilometro zero. E dall’intervento di Christine Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale, si evince che il mancato rispetto delle regole si riflette pesantemente sull’economia globale. Kristalina Georgieva, Ceo della banca Mondiale, nel merito snocciolava cifre: ”un aumento di 2,5°C della temperatura riduce del 15 % il Pil globale; e se tale aumento sale di 3°C si ha una perdita del 25% di Pil; ” sarebbe un danno enorme per l’economia globale e la qualita’ della vita.

Quindi un investimento nelle energie rinnovabili e’ necessario oltre che estremamente utile. Se investiamo 26 miliardi di dollari in tali energie, cioe’ nella costruzione di impianti di riscaldamento a basse emissioni e nella mobilita’ alternativa, si potra’ avere un beneficio di 65 milioni di posti di lavoro in piu’. Ma la vera lezione sul clima e’ stata impartita dalla sedicenne svedese Greta Thumberg che, raggiunta Davos in treno con un viaggio di 26 ore (mentre le personalita’ arrivavano in jet privato), ha declamato un appello accorato sul rischio climatico. La giovane studentessa e’ una paladina della lotta al surriscaldamento globale ed ha lanciato un severo monito: “Dovete agire come se la vostra casa fosse in fiamme”, per sottolineare l’urgenza e la non procrastinabilita’delle attenzioni da rivolgere alla riduzione dei gas nell’atmosfera.

E ‘ stato inoltre affrontato il problema delle diseguaglianze dei redditi nel mondo, in quanto c’e’ gente nel mondo che vive con due euro al giorno e persone straricche che non sanno come impiegare le risorse in eccesso. Severo l’appello del cantante Bono, vocalist degli U2, da anni impegnato nel sociale. Egli non ha esitato a definire il capitalismo amorale piu’ che immorale; il cantante irlandese, da anni impegnato nel sociale, promuove numerose campagne di contrasto alla poverta’. Per l’Italia ha partecipato al Forum il premier Giuseppe Conte, che ha fatto un discorso improntato ad ideali di lealta’ e comprensione tra i popoli, di un nuovo umanesimo che dovra’ permeare le nostre azioni; pur consapevole di dover combattere nel suo Paese problemi legati a burocrazia e corruzione.

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