Iniziata la Fase 2 del Covid-19 l’Irpinia come esce dall’emergenza? Certamente non migliorata, come tutte le parti d’Italia, immobilizzate da un lockdown di due mesi che fara’ sentire i suoi effetti anche in quelli prossimi.
La risposta negativa di Fantoni ad una richiesta di cassa integrazione da Covid-19 per la Novolegno e’ stata brutale, ma anche prevedibile per un imprenditore che dalla primavera dello scorso anno aveva mostrato di non essere piu’ interessato alla produzione in terra d’Irpinia. La posizione dalla FCA, che gia’ zoppicava da mesi con un ritmo produttivo limitato a due giorni la settimana, non da buone speranze.
Dall’emergenza Covid-19 per l’Irpinia un futuro pieno di ombre ma anche di opportunita’
La prestigiosa azienda motoristica italo-americana, con sede in Olanda, ha chiesto 6,3 miliardi di sussidi statali, previsti dal Decreto Liquidita’; cio’ non autorizza a credere che non vi siano problemi per la sede di Pratola Serra, ove la produzione e’ obsoleta. Non e’ da trascurare il seppur prevedibile, ma vistoso calo di di vendite dei veicoli; e se gli incentivi futuri saranno sicuramente destinati ai mezzi a propulsione ibrida o elettrica, di cui a Pratola Serra hanno solo sentito parlare, per l’impianto sito nella Valle del Sabato non ci saranno tempi rosei dal momento che ivi si continuano a produrre motori diesel e benzina.
Anche per l’Aurubis che finora non ha mai subito flessioni si addensa qualche nube: la proprieta’tedesca ha deciso la riduzione del numero degli operai per turno. Nell’azienda di Pianodardine che lavora rame e leghe, gia’ in sofferenza per il Coronavirus e cassa integrazione, vi e’ stata la protesta degli ottanta operai, che ora temono per il loro futuro.
Fase 2 post Covid, Ecobonus in Irpinia.
Ma il futuro per l’Irpinia prevede anche opportunita’, come ad esempio quelle relative agli ecobonus per l’efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici.Gli sgravi fiscali prevedono incentivi fino al 110%, misure mai viste prima, nell’ottica di un piano europeo che si propone di migliorare fino al 2030 le emissioni inquinanti.
E quale migliore occasione per un’Irpinia che e’ considerata zona da elevato rischio sismico e nello stesso tempo di migliorare la qualita’ dell’aria, specie per la citta’ di Avellino ed il suo interland, che fanno registrare da tempo un alto tasso di inquinamento. Rinnovare i sistemi di riscaldamento e’ un must da osservare nei prossimi mesi: poiche’ nel periodo del lockdown escludendo il traffico ed essendo ferme le poche aziende esistenti, sono proprio i vecchi impianti (caldaie vetuste o impianti a pallets) ad essere sotto accusa.
Certo il piano Sisma bonus ha una scadenza limitata (richiesta e approvazione entro il 31 dicembre 2021) che rendono ardua la realizzabilita’ degli interventi piu’complessi, come ad esempio abbattimento e ricostruzione o anche la messa in sicurezza degli edifici. E a tal proposito l’Ordine degli Ingegneri di Avellino ha proposto un tavolo tecnico-economico-istituzionale che coinvolga progettisti, istituzioni, associazioni di categoria, amministratori di condomini e privati cittadini.
Una piattaforma ad ampio respiro e senza interessi di campanile che preveda un piano per i prossimi venti anni di una riprogrammazione complessiva del territorio. E certamente di un piano di rilancio ad ampio raggio questa provincia ne ha bisogno se non vuole continuare a vivacchiare come prima del Covid e prendendo quest’ultimo a pretesto, a richiedere solo misure assistenziali.
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