In una domenica uggiosa e buia, al cospetto di una Piazza San Pietro insolitamente vuota, Papa Francesco ha voluto pronunciare un’accorata omelia per stemperare l’angoscia che pervade l’intera umanita’da quaalche settimana. Egli ha identificato le persone impaurite dal Coronavirus ai discepoli di Gesu’che attraversando l’oceano eano stati sopresi da una tempesta indomabile. Gesu’ se ne stava a dormire tranquillamente a poppa del vascello, che e’ la parte piu’ pericolosa in quanto va per prima a picco.
Il Signore Gesu’, a chi gli chiedeva aiuto dubitando che Egli si curasse di loro rispose: “Perche’ avete paura? Non avete fede?” Con queste parole il Signore voleva infondere coraggio e scuotere le coscienze di quanti, distratti dalle cose terrene, dai traguardi da raggiungere in fretta e a ogni costo, in perenne competizione tra di loro. E nello stesso tempo riflettere sui tanti temi inascoltati come le guerre e le ingiustizie, sicuramente evitabili, la poverta’ e le varie emergenze, che possono portarci all’ autodistruzione.
Il Papa considerava che oggi non e’ il tempo del piu’ forte. Il Coronavirus ha evidenziato che nulla hanno potuto i potenti della Terra per frenare l’avanzare dell’ondata virale; oggi invece i protagonisti sono, oltre ai medici ed infermieri, anche persone umili come operatori delle pulizie, addetti dei supermercati, badanti, trasportatori, forze dell’ordine ed i volontari, che spesso abbiamo dimenticato o comunque non valorizzato. Il Papa continuava: “davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesu’ che “tutti sono una sola cosa”. E l’invito alla cosa piu’ sicura che possiamo fare oggi: esercitare la preghiera ed il servizio silenzioso per il bene di tutti. Il Papa ci ha esortato inoltre a non vergognarci di piangere e chiedere aiuto: cio’ puo’ servire a farci riscoprire l’umilta’ che e’ un ottimo antidoto alla prepotenza e all’arrivismo, da cui spesso ci facciamo trasportare ed ingannare.