Nuovi orizzonti di cura per il cancro al seno? Il tumore al seno rappresenta il 30% delle neoplassie, seguito dal tumore al colon-retto, ai polmoni ed infine al corpo dell’utero, In questo 2016 sono state circa 50 mila le donne ammalate di tumore alla mammella, 500 gli uomini, in leggera crescita rispetto allo scorso anno.
Rispetto all’incidenza degli altri tumori, il cancro alla mammella è quello più frequentemente diagnosticato tra le donne nella fascia d’eta 0-49 anni (41%), e in quella 50-69 anni (35%), sia in quella più anziana >70 anni (21%).
La mortalità è in continuo calo: ogni anno diminuisce dell’1,4%, e questo si deve sia all’efficacia delle nuove terapie sia alla diagnosi precoce, che permette di individuare il tumore in una fase iniziale. Oggi la sopravvivenza media dopo 5 anni dalla diagnosi è di circa l’87%.
Come si forma la Metastasi
Le metastasi del tumore al seno solitamente nascono da cellule “impazzite” che velocemente si diffondono nel corpo molto prima che si sviluppi lo stesso tumore al seno: un meccanismo subdolo e silenzioso, difficile anche da prevedere, lo stesso accade anche per il tumore al pancreas.
La scoperta pubblicata sulla nota rivista scientifica Nature è stata eseguita da due gruppi di ricerca, guidati da Julio Aguirre-Ghiso, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, e da Christoph Klein, dell’Università di Ratisbona, in Germania.
Possibili nuove cure
Gli autori della ricerca ne sono certi, questa scoperta potrebbe aprire nuovi orizzonti di cura. Inizialmente i due studi sono stati condotti su animali da laboratorio e attraverso biopsie di pazienti malati. Entrambi hanno dimostrato come alcune cellule anomale iniziano ad “aggredire” l’organismo molto prima che il tumore diventi massa nella mammella: una volta entrate nel sangue raggiungono vari organi, dove possono rimanere “a riposto” per periodi molto lunghi (risultando ‘immuni’ alla chemioterapia), fino a quando si risvegliano per generare metastasi molto aggressive o mortali.
Risultati potrebbero fare luce su fenomeni finora inspiegabili
Secondo Aguirre-Ghiso, i risultati ottenuti ”potrebbero fare luce su fenomeni giudicati finora inspiegabili, come ad esempio il fatto che il 5% dei pazienti oncologici nel mondo presenti metastasi pur non avendo un tumore originario e, soprattutto, potrebbero spiegare perché sia così difficile trattare il cancro una volta che si è diffuso. Da un punto di vista biologico – afferma l’esperto – questo nuovo modello fa incrinare le certezze che pensavamo di avere sulla diffusione del cancro. E’ probabile che dovremmo rivedere la nostra idea di metastasi”.