Campania, Maxiconcorso ultima spiaggia, che tristezza!

Concorso Regione  Campania – E’ dall’inizio di settembre che Fuorigrotta e’ la direttrice piu’ percorsa dai concorrenti provenienti da tutta la Campania e anche da fuori regione, e che la Mostra d’Oltremare e’ considerata l’avamposto del Paradiso. E’ la piu’ massiccia partecipazione, credo di tutti i tempi (oltre trecentomila gli iscritti) ad un concorso pubblico.

Prima tranche di diecimila posti di impiegati, d’ordine o direttivi poco importa, a cui concorre un esercito di giovani, meno giovani ed anche maturi, anche di chi un lavoro o una professione ce l’ha gia’, ma che tutti assieme aspirano al posto fisso che negli enti locali della Campania si libera per esigenze di turn over generazionale. La scalata al “posto in paradiso” e’ solo all’inizio, poi i selezionati seguiranno le prove scritte, dopodicche’ si frequentera’ uno stage formativo di dieci mesi con retribuzione di ottocento euro mensili. Ma non e’ finita, perche’ il bello viene nel finale: per conquistare il posto a tempo indeterminato si dovra’ affrontare la prova orale. E quest’ultimo passaggio provoca perplessita’ perche’, chi non superera’brillantemente l’ultima prova, il posto lo vedra’ col cannocchiale, con la consolazione di un’idoneita’, se il punteggio sara’ decente, ad eventuale scorrimento delle graduatorie. Oppure ritentera’ con le altre tranche del concorsone regionale che continuera’ fino ai diecimila posti promessi dal Governatore De Luca.

Dalle impressioni pubblicate dai concorrenti su Facebook le reazioni sono le piu’ disparate: chi si lamenta della complessita’, chi fa “il grande” minimizzando le difficolta’, forse per scaramanzia. Certo e’ che rispondere correttamente a ottanta quesiti in altrettanti minuti non e’ cosa semplice, anzi crediamo che per il lavoro che si andra’ a svolgere i test logico-deduttivi ed i ragionamenti matematici siano anche troppo complessi. Ma la selezione bisogna pur farla e i piu’ pronti e preparati, o solo i piu’”fortunati”, andranno avanti. L’altro aspetto “impressionante” di questo concorso e’ il numero dei partecipanti.

Con oltre trecentomila domande, se si saranno presentati i due terzi il rapporto posti a concorrente sara’ di uno a duecento. Quasi una lotteria! Una domanda sorge spontanea, possibile che il posto pubblico sia considerato sempre piu’ una sorta di ultima e unica spiaggia a cui i naviganti dell’universo lavoro aspirino e l’unica ancora di salvezza per un ruolo dignitoso nella societa’ italiana? Stando ai numeri registrati sembra proprio di si! In Italia c’e’ sempre stato il culto del posto fisso, a causa della struttura della nostra societa’, ove fare l’artigiano o il libero professionista risulta una missione, per il metodo di assunzione degli incarichi e per la scarsa tutela nel farsi pagare; cio’ a causa di un flebile sistema di controlli ed una facile tendenza alla corruttela e al nepotismo. Se andiamo a ritroso, negli anni ottanta e novanta, le possibilta’ di ingresso nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, erano maggiori, c’era piu’ speranza ed ottimismo e le persone intraprendevano senza timore. Oggi la

situazione e’ nettamente peggiorata e le cifre monstre di questo consorso ci dicono che si ha fiducia solo nel posto statale. Ma le colpe vengono da lontano, non sono dell’appena defunto governo gialloverde, ne’ dell’attuale giallorosso che deve ancora operare, ma provengono da lontano, dalla politica degli anni Ottanta e dal lassismo dei Novanta e in parte dalla predisposizione della gente italica, incline alla furbizia e al clientelismo. Comunque tornando all’attualita’ del mondo del lavoro nostrano, e’ da tempo immemore che c’e’carenza di artigiani e di manodopera specializzata. Attivita’ come l’idraulico, il meccanico, l’elettrauto o il manutentore in generale sono merce rara sul mercato, in quanto da tre decenni pochissimi ragazzi vengono avviati a tali esercizi. Si preferisce far bivaccare i Neet (coloro che non studiano ne’ lavorano) fino alla maggiore eta’ ed oltre con l’unica prospettiva di svolgere per un semestre il servizio civile o lavoretti saltuari come il barman o, nelle citta’ piu’ grandi l’attivita’ di riders o di call center per pochi euro e nessun contributo previdenziale. Impeghi utili a tirare a campare ma non certo a formarsi o ad acquisire conoscenze e know how per il futuro. E qui balza agli occhi anche la differenza coi Paesi Esteri, ove anche per l’incarico piu’ umile (lavapiatti o cameriere) si porta a casa un discreto stipendio con tanto di contributi.

Per questi motivi la macroscopica partecipazione al maxiconcorso non e’ un buon segnale! Ma tant’e’. Certo non possiamo criticare il Governatore De Luca per essersi attivato a creare tanti nuovi posti di lavoro e a favorire il turn over. Bisogna entrare nell’ottica che il posto pubblico non sia l’unica chance della nostra vita e puntare ad analizzare le nostre attitudini, ad acquisire esperienze e know how, ad investire su noi stessi tralasciando inizialmente il guadagno. Numerose le promozioni in tal senso, come Resto al Sud e varie formule di finanziamento a fondo perduto. Le conoscenze e la professionalita’ alla lunga premieranno. Sempre dai post comparsi qust’estate su Facebook un esercito di persone si e’ cimentata con i quiz ed i test logico-deduttivi in vista del concorsone. Il che fa onore in quanto cio’ ha fatto acquisire loro nozioni al costo di sacrifici ed impegno. Ma far dipendere la propria vita esclusivamente dall’esito di un concorso no, procurerebbe ansia e frustrazione in caso di esito negativo.