Bielorussia, la protesta popolare non si placa.

Un vertice straordinario dell’UE si occupera’ delle proteste del popolo bielorusso

Bielorussia – L’esito delle elezioni presidenziali del 9 agosto scorso, che ha visto la conferma di Lukashenko con una “maggioranza bulgara”, dell’ottanta per cento dei suffragi, ha suscitato una rivolta popolare. Sulla nomina del Presidente vi sono forti dubbi di brogli elettorali. La Bielorussia e’ una Repubblica Presidenziale, indipendente dal 1992; Lukashenko ne e’ leader ininterrottamente da 26 anni e si avvale della protezione di Putin, in quanto la sua nazione ha stretto, assieme ad altri sei Paesi ex Unione Sovietica, un patto di coesione militare con la Russia.

All’indomani delle elezioni migliaia di manifestanti, capeggiati dalla rappresentante dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaia, sono scesi per le piazze della capitale Minsk per chiedere le dimissioni di Lukashenko, considerato “l’ultimo dittatore  d’ Europa”. Ma le proteste sono state soffocate con violente repressioni, che hanno causato due morti e 6.700 arresti, nonche’ pestaggi e torture  da parte della pubblica sicurezza. Al fianco di Lukashenko si sono schierati un migliaio di alleati, reclutati tra dipendenti statali con l’intimidazione di licenziamento. Il Presidente bielorusso, che gia’ una volta ha proprogato il suo mandato da cinque a sette anni, ha rassicurato il popolo di difendere la liberta’ della Nazione da ingerenze esterne, alludendo ad una regia occulta della Nato, che vorrebbe  assoggettarli alla sua protezione. Ma il popolo, dopo 26 anni di regime, e’ stanco essere governato da chi non esita, ad ogni appuntamento elettorale, a pilotare il risultato delle stesse. La Tikhanovskaia,leader dell’opposizione, reclama a gran voce nuove elezioni e si dice pronta da assumersi le sue responsabilita’ e guidare il Paese; ella intanto si e’ rifugiata in Lituania per sfuggire all’arresto.

L’Unione Europea ha organizzato per mercoledi una riunione straordinaria per seguire da vicino l’evoluzione della crisi bielorussa.

Intanto i giornalisti di radio e televisione di Stato bielorusse hanno aderito alla mobilitazione generale contro il Presidente.   Ma anche il mondo produttivo esprime il suo dissenso: lavoratori di molte aziende minacciano di incrociare le braccia contro l’ennesima nomina di un Presidente non voluto che, in 26 anni di potere, non ha mai dato voce alle minoranze.Non si riesce ad immaginare come evolvera’ la crisi in Bielorussia, ma i recenti esempi di Ucraina e Crimea non fanno sperare in una facile risoluzione verso un assetto realmente democratico del Paese. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno fatto sapere, tramite il Segretario di Stato Mike Pompeo, di essere vicini al popolo bielorusso e di interessarsi alla sua sorte.

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