”L’atto aziendale dell’Asl di Avellino è stato bocciato dal consiglio comunale. All’unanimità la pubblica assise ha espresso parere negativo sul piano presentato in Regione che mostra grandi dubbi sulle prospettive future del presidio ospedaliero “Agostino Landolfi”. Il sindaco Michele Vignola ha acquisito da maggioranza e minoranza consiliare una posizione comune su esplicita richiesta del consigliere dell’opposizione Agata Tarantino”. Così l’edizione de il “Mattino” del 22 ottobre 2016 ha riportato la notizia che riferisce anche della richiesta alla Regione di non approvare l’atto aziendale dell’ASL di Avellino ma di provvedere ad una revisione dello stesso. Dopo il Consiglio comunale di Ariano dei giorni precedenti , nel quale veniva sollecitata una revisione del Piano Regionale di Programmazione della rete Ospedaliera, la comunità di Solofra all’unanimità si è pronunciata ancora una volta contro le scelte della Regione in materia di assistenza sanitaria e più in particolare in materia di assistenza ospedaliera per la Provincia di Avellino, perché ritenute errate.
Quello che qui riteniamo vada evidenziato in ordine alla posizione delle comunità dell’Alta Irpinia e della comunità di Solofra è che il No al programma dell’ALS di Avellino presentato il 30/09/2016, non è certamente una scelta di “campanile”, come talvolta si usa definire la decisione, con le relative argomentazioni di sostegno, di una comunità di una provincia o di una regione. Le rappresentanze delle numerose comunità irpine interessate e delle associazioni professionali sono pienamente consapevoli che le strutture ospedaliere e ambulatoriali sanitarie della ASL di Avellino, che si cerca di difendere dai tagli, purtroppo non soddisfano le esigenze della salute dei cittadini. Gli utenti del Servizio sanitario pubblico ( che non possono ricorrere “al privato” a causa della diffusa povertà che ormai è trasversale nella nostra società) sono da sempre afflitti dalle lunghe attese per le visite specialistiche, gli accertamenti diagnostici, le indagini e cure particolari connesse alle malattie tumorali e alle gravi disfunzioni cardiache, e dalle disfunzioni emerse nelle attività di screening per le diagnosi dei tumori e nelle azioni finalizzate ad assicurare qualità e sicurezza al sistema di emergenza – urgenza , che peraltro è molto carente nel nostro territorio; ma proprio per questo cercano di difendere quello che hanno. I cittadini utenti sono pienamente convinti che i tagli non giustificati ed indiscriminati, per ottenere economie di esercizio finanziario non sono utili e non risolvono problemi.
In effetti le proteste delle nostre comunità sono legittime perché in sostanza costituiscono un NO alle scelte, piovute dall’alto, come quelle del Commissario governativo ad acta alla sanità, il dr. Joseph Polimeni, ex Manager di Lucca, nominato dal ministro della sanità Beatrice Lorenzin, l’11 dicembre 2015, insieme al sub commissario , dr. Claudio D’Amario, con il compito di individuare ,in sostanza, un nuovo piano ospedaliero per la Campania secondo gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi di cui al regolamento presentato in Stato Regioni il 5 agosto 2014. Le comunità irpine hanno, infatti, hanno constatato che, dalla loro nomina a tutt’oggi, i commissari non hanno raggiunto alcun risultato nelle azioni programmate che si ritenevano preliminari ai nuovi progetti da varare e che dovevano essere improntati alle direttive del regolamento approvato alla conferenza Stato Regioni nell’agosto 2014, benché essi avessero avuto subito a disposizione per le loro esigenze una imponente, articolata e costosa struttura di supporto. L’11 febbraio 2016 il commissario ad Acta, infatti, con proprio decreto n. 3 aveva definito il Nucleo tecnico di supporto alla propria struttura, provvedendo alla disciplina del rapporto di lavoro dei componenti il nucleo, in pratica individuando responsabili e compiti della propria struttura organizzativa.
All’atto della nomina dei due manager commissariali il ministro aveva spiegato ed affermato : “sulla parte economica e finanziaria molto è stato fatto già in questi anni, bisogna invece potenziare enormemente la parte dei LEA (leggi: Livelli essenziali di assistenza) e questo per garantire accesso ai trattamenti alle cure e la costruzione delle reti in modo operativo in Campania, auspicando un lavoro coordinato e sinergico per ottenere quell’obiettivo. Ebbene sino ad ora non sono affatto migliorati i livelli essenziali di assistenza, né è stato meglio garantito l’accesso alle cure in Campania, come era negli intenti governativi. Se questo è, la domanda che le comunità irpine giustamente pongono è: “che cosa è avvenuto in Irpinia di positivo nel settore della sanità, da quella nomina a tutt’oggi?”
E’ da tenere presente che il 19/01/2016 un comunicato stampa della Regione Campania aveva annunciato che l’incontro del Presidente Vincenzo De Luca con il commissario alla Sanità Joseph Polimeni e il sub commissario D’Amario era avvenuto in un clima di sinergia piena e piena collaborazione, durante il quale erano stati concordati alcuni punti qualificanti del futuro piano ospedaliero: 1) No alla chiusura di ospedali, ma riconversione delle strutture sulla base di una svolta radicale nei servizi ai cittadino e nella medicina del territorio; 2)Per il fabbisogno di personale e tecnologie: una verifica delle reali esigenze di nelle aziende ospedaliere e sanitarie della regione con contestuale ricognizione delle tecnologie esistenti e di quelle mancanti; 3) la incentivazione dell’assistenza sanitaria nelle strutture pubbliche con l’attivazione di servizi oltre le ore 20 e nei giorni festivi; 4)Per le Reti salvavita: l’attivazione di reti d’immediato intervento per l’infarto, l’ictus e i politrauma, con l’obiettivo di dare subito qualità e sicurezza al sistema dell’emergenza–urgenza. 5) Per le Strutture private: possibilità di accordi pluriennali per offrire possibilità di programmi di lungo periodo per i centri privati; e la possibilità di creare tra le strutture pubbliche e private convenzioni per assicurare servizi e assistenza ai cittadini per superare le attuali criticità.
Orbene i propositi elencati nel comunicato stampa del gennaio 2016 sono stati tutti disattesi. E a tutt’oggi non sono stati nemmeno avviati dei cambiamenti importanti nella Sanità Irpina che probabilmente sarebbero serviti a creare le premesse per una svolta radicale nei servizi ai cittadini e nella medicina del territorio, ciò che avrebbe potuto giustificare il contenuto del nuovo piano ospedaliero.
Il nuovo piano che emerge dagli atti presentati dai nuovi manager dell’Asl Avellino e dell’A.O.M., Morgante e Percopo si rivelerà certamente insufficiente soprattutto perché realizza solo tagli alle strutture ospedaliere, con eliminazione di 28 primari ed il declassamento di n. 16 unità operative complesse a unità operative semplici e di conseguenza la riduzione di posti letto negli Ospedali di Ariano e Solofra.
Antonio Battista (Irpinia Insieme)