A quasi quarant’anni dal sisma Avellino e’ pronta all’emergenza

Sono trascorsi 39 anni dal grave terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980 che danneggio’ la citta e sconquasso’ vaste aree della provincia. Ma a distanza di quasi quattro decenni cosa e’ stato fatto per l’eventualita’ di un nuovo evento sismico? La domanda purtroppo ce la dobbiamo porre in quanto Avellino rientra nella “zona due” nella classifica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, cioe’ con “sismicita’ medio-alta”.

Perche’, fatti i dovuti scongiuri, temiamo che ad oggi la citta’ non sia pronta ad una nuova emergenza. Il patrimonio edilizio, almeno per il cinquanta per cento, non e’ adeguato sismicamente, essendo costituito da edifici degli anni sessanta e settanta che in fase di progettazione non hanno usufruito delle moderne tecniche. Il Piano di ristrutturazioni, con i generosi incentivi del Sisma Bonus, essendo stato lanciato solo un paio di anni fa, non e’ stato ancora messo in atto per cui occorrera’ancora un po’ per la sua realizzazione. Ma certo ne godranno solo coloro che, destinando un po’ di risorse finanziarie, in quanto e’ previsto un accollo spese, ed armandosi di pazienza per gli inevitabili disagi che una ristrutturazione di casa comporta, hanno con saggezza capito l’importanza della prevenzione. Questo per l’aspetto edilizio del patrimonio urbanistico. E per il piano di protezione civile come siamo messi? Numerosi sono gli appuntamenti dimostrativi che periodicamente Protezione Civile e Vigili del Fuoco mettono in atto per istruire la popolazione al comportamento da tenere nei momenti di crisi successivi ad un evento sismico. Cio’ avviene massicciamente nelle scuole, ma anche in manifestazioni pubbliche, tenute sia in citta’ che in provincia: ultima in ordine di tempo lo scorso ottobre in piazza Liberta’ anche con distribuzione di materiale informativo.

La nota un po’ dolente riguarda le aree da destinare al raduno per la prima accoglienza e per i soccorsi. Il piazzale antistante lo stadio Partenio, indicato sinora come il piu’ idoneo, non sara’ a breve disponibile per il previsto spostamento dello stazionamento dei bus, in attesa dell’ apertura dell’autostazione. Quest’area di circa 22mila metri quadrati era ideale come punto di raccolta e per il primo soccorso. Non disponendo di un’are analoga al momento bisognera’ pensare a piu’ mini zone dislocate in varie parti della citta’. Il Piano di Protezione del Comune redatto nel 2007 con l’amministrazione Galasso e’ stato aggiornato nel 2013 con il commissario prefettizio Cinzia Guercio, ad oggi sono sei anni che non viene aggiornato. In effetti la citta’ avendo ancora molti cantieri aperti non puo’ disporre di aree adatte allo scopo. Ad esempio non si puo’ contare su piazza Castello perche’ per anni attenzionata come possibile contenitore di sostanze tossiche, l’allarme e’ poi rientrato ma lo slargo non e’ stato piu’ sistemato. L’altra area indviduata dal Comune, il piazzale sottostante al Mercatone, e’ occupata dai materiali del cantiere per i lavori del tunnel e non si potra’ contare neanche su ex campo Genova (30mila mq. ed accoglie il Rae) perche’ andra’ ad ospitare il mercato.

Restano poche e limitate aree a disposizione: attualmente il campo B dello stadio Partenio (quasi 7mila mq.), la stadio comunale Roca di San Tommaso e l’area del’ex campo sportivo della Ferrovia, che dispongono di uno spazio di circa 6mila mq. ognuno. Altre piccole aree sono piazza Amendola, dinanzi alla Dogana, di recente sgomberata dalle transenne e campetto Santa Rita, attualmente occupata dai bus del trasporto extraurbano verso Salerno. Insomma c’e’ ancora da lavorare per mettere a posto un idoneo piano di prevenzione. Allora avanti tutta! Ne va della nostra vita…

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