La crisi economica colpisce anche L’Irpinia

Anche la forte e lussureggiante Irpinia vive in questi ultimi anni il disagio economico e la precarietà lavorativa del Mezzogiorno d’Italia. La scure del futuro e l’impossibilità a vivere il presente, la quotidianità nel garantire il necessario alla famiglia, si abbatte sulla psiche degli irpini. Le ultime notizie di cronaca sui suicidi e sulle condizioni precarie di molte famiglie, aumentano la richiesta di assistenza sanitaria per i disagi mentali. Le vittime della crisi economica più a rischio sono i piccoli commercianti dirigenti d’azienda e paradossalmente chi lavora nell’area delle professioni d’aiuto, come educatori o operatori socio-assistenziali, i pensionati. Ai giovani invece è stato cancellato sia il presente che il futuro, non hanno nessuna direzione da seguire, se non quella di emigrare. La politica del rigore e dell’austerity ha prodotto gravi ripercussioni sulla salute degli italiani.

“L’aggravarsi della crisi finanziaria stessa, la mancanza di sicurezze lavorative e di guadagno determinano esaurimento e stress che sfociano in fragilità già presenti negli individui. A preoccupare gli esperti l’andamento di alcolismo, ansia, depressione, patologie cardiovascolari, suicidi.” Secondo un’indagine condotta dall’Ispo e commissionata dal Policlinico di Milano , il 95% degli italiani ritiene che la crisi economica e sociale abbiano determinato un aumento delle persone che soffrono di disturbi quali depressione, ansia, abuso di alcol o altre sostanze. Nel periodo compreso tra il 2009 (inizio crisi) e febbraio 2013, la percezione di un peggioramento della situazione economica è aumentata dal 53% al 62%. Nella psiche degli intervistati il futuro è nero anche per quanto riguarda la situazione economica della propria famiglia: se a gennaio 2009 tale percezione è pari al 31%, a febbraio 2013 sale al 58%. Inoltre, il 48% degli italiani consiglierebbe un medico o uno specialista a un amico in difficoltà. E se c’è da scegliere tra parlare con un camice bianco o tenere per sé i propri problemi, il 46% dopo un momento di imbarazzo si reca dal medico o da uno specialista; il 33% non si rivolge a nessuno e risolve il problema da solo; il 21% va subito o quasi dal medico o da uno specialista. Mentre secondo i dati del Rapporto Osmed 2014 sull’uso dei farmaci, gli italiani consumano un numero sempre più elevato di antidepressivi. La crisi sta mettendo a dura prova gli italiani è stato osservato “che ad ogni crescita del 10% del tasso di disoccupazione corrisponde una crescita dell’1,4% del tasso suicidario e che nell’Ue l’aumento della disoccupazione ha portato ad un aumento del 28% della mortalità legata all’alcol”.

Nuove politiche economiche potrebbero evitare questa sciagurata regressione che tiene in ginocchio il sistema famiglia in Italia.

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