Politica – Marco Minniti ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alle primarie per la segreteria del Partito Democratico. Annuncio che ha sorpreso un po’ tutti tra gli addetti ai lavori e che ha destato molta incredulità specie tra i tanti sindaci e amministratori che avevano firmato nelle scorse settimane un documento a sostegno della candidatura dell’ex Ministro.
Il ritiro di Marco Minniti, essenzialmente avvenuto senza una motivazione ufficiale, gettano ancora di più ombre sul maggiore partito della sinistra oggi presente nello scenario politico Italiano. Caos, che sta alimentando un clima di fibrillazione perenne tra i dirigenti ma anche tra i tanti elettori che ancora credono nel progetto del Partito Democratico.
Ed proprio il rispetto quello che chiedono i milioni di cittadini che nonostante le tante delusioni continuano a sostenere una sinistra ormai troppo lontana dagli ideali che l’hanno vista protagonista negli anni passati. Una sinistra che dovrebbe concentrarsi sui problemi sociali dei più deboli. Più vicina a quella classe operaia e contadina ormai dimenticata.
Gli elettori sono stanchi di questi giochetti di potere che da sempre fanno parte della natura del centrodestra. Occorre che il Pd ritorni allo spirito iniziale, come quando ad esempio, Walter Veltroni primo segretario dem, con la politica del fare, riuscì a condurre il partito al 33 per cento, oltretutto nella fase in cui Silvio Berlusconi vinceva le elezioni del 2008.
Ritornando alle primarie, le quali si svolgeranno il 3 marzo 2019, la corsa rimane a due tra Maurizio Martina e Nicola Zingaretti, mentre gli altri candidati appaiono troppo deboli per poter sperare di competere alla vittoria finale. Riuscirà il Partito Democratico a tornare veramente unitario? Bhe, non ci resta che attendere ancora qualche mese.