IMMINENTE LA PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO DEI GIUDICI DI PACE.LEGGE DI STABILITA’ E TAGLI AI COMPENSI DEI MAGISTRATI ONORARI, AGGRESSIONE ALL’INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA
Le organizzazioni di categoria (Unione Nazionale Giudici di Pace ed Associazione Nazionale Giudici di Pace) hanno avviato le procedure per la proclamazione dello sciopero dei giudici di pace per il tempo massimo consentito dal Codice di autoregolamentazione (ossia per quattro settimane consecutive).
Nel disegno di legge di stabilità per il 2016 è previsto (articolo 43, comma 18) un taglio incostituzionale alle indennità, già misere e mai rivalutate dal 2000 ad oggi, dell’intera magistratura onoraria (giudici di pace, vice procuratori onorari e giudici onorari di tribunale) che trattano e definiscono oltre il 50% delle pratiche giudiziarie civili e penali e percepiscono compensi già oggi oltre dieci volte inferiori a quelli dei magistrati di carriera.
Il taglio è previsto in misura NON INFERIORE ai 14 milioni di euro per i prossimi due anni, ossia circa il 15% degli attuali stanziamenti di bilancio, malgrado il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (raccomandazione del 17 novembre 2010 CM/Rec/2010/12), la Corte Costituzionale (sentenze nn. 223/2012 e 192/2015) ed il Consiglio Superiore della Magistratura (delibera P7999/2015 del 23 aprile 2015) abbiano categoricamente escluso che i compensi dei magistrati, anche onorari, in quanto garanzia di indipendenza del giudice, possano essere decurtati o, addirittura, come nel caso di specie, drasticamente abbattuti, malgrado non siano neppure stati rivalutati per oltre 15 anni.
Ancor più grave è la modalità con la quale il Governo intende intervenire a danno dei magistrati onorari: una delega in bianco, priva di criteri direttivi o limiti (“non inferiori”!), che conferisce al Ministro della Giustizia il potere, unilaterale e discrezionale, di determinare i compensi dell’intera magistratura onoraria, di fatto “soggiogata”, proprio per il tramite del sistema indennitario (che costituisce la totalità degli emolumenti destinati alla magistratura onoraria), al Potere Esecutivo.
Dinanzi alla potestà di un Ministro di disporre liberamente dei compensi della magistratura onoraria, ci chiediamo quale indipendenza ed imparzialità potrà mai avere un giudice od un pubblico ministero che giudica o persegue l’operato di un politico (o di qualunque altro soggetto – persona fisica o giuridica, enti morali – ad esso legato), di maggioranza o di opposizione.
Roma 26 ottobre 2015
Maria Flora Di Giovanni (Presidente Nazionale)
Alberto Rossi (Segretario Generale)