La strategia vincente di Mario Draghi

Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, si sta rivelando un fuoriclasse. Il lancio del Quantitative Easing con l’emissione a partire dal 22 gennaio 2015 dei Titoli di Stato della Bce e’ avvenuta con soli 5 voti contrari su 25;nonostante l’avversione a tale provvedimento da parte della Germania e di altri Paesi Nordici.

Questi ultimi temono che il Q.E. possa far cadere i Paesi piu’ indebitati nella pigrizia e non favorire l’attivazione delle riforme strutturali. Alla fine si e’ adottata una soluzione intermedia che lascia l’ottanta% dei rischi alle Banche centrali di ciascun Paese e solo il venti % a carico della BCE. Ma Draghi con il lancio del Q.E.,che mette in circolo liquidita’per la considerevole cifra di 1.100 miliardi, e’ convinto di far ripartire l’economia che risulta stagnante in Europa da circa un lustro, cioe’dall’insorgere della crisi. La carriera di Mario Draghi inizia con l’ insegnamento a varie universita’ fino alla nomina di direttore generale del Tesoro nel 1991, carica che ricoprira’ fino al 2001.

Vive professionalmente un’epoca di profonde trasformazioni quali la svalutazione della lira, le importanti privatizzazioni e l’approccio all’euro. Affrontare situazioni dicriticita’ gli e’ valso da viatico per quelle in  cui si districa attualmente come responsabile BCE. L’Euro, la moneta comune, e’ stata introdotta nel 2002 e adottata dalla maggioranza assoluta dei Paesi dell’Unione Europea. Ma la stessa compattezza non e’ mai stata raggiunta a livello politico dai Paesi membri. Si verificano spesso disaccordi e incomprensioni che si sono acuiti con il deflagrare della crisi economica: i Paesi in difficolta’, la Grecia in  primis, ma anche Spagna, Portogallo, Irlanda e la stessa Italia hanno dovuto piu’ volte ipotizzare l’uscita dalla moneta unica. Procedura che tecnicamente non e’ prevista e che rischierebbe di far saltare l’intero sistema UE, vanificando L’Unione monetaria europea e non solo.

L’abilita’ di Draghi e’ quella di agire da paciere tra i Paesi piu’ intransigenti che invirtu’ della solidita’ economica (quali Germania e Paesi Nordici) non sono disposti ad aiutare in eterno quelli in  difficolta’ (ad esempio la Grecia con un debito pubblico esponenziale). Ma il Governatore italiano e’ nello stesso tempo un coordinatore deciso che persegue con coraggio e tenacia l’obiettivo di salvare il sistema monetario comune evitando lo spargimento di sangue delle Nazioni in difficolta’All’Europa finora e’ mancato un Direttorio; Draghi si sta muovendo come la situazione impone, con decisione e nello stesso tempo tanta diplomazia. Se le Nazioni ricche saranno meno arroganti e quelle povere mostreranno con i sacrifici di volersi allineare ad una condotta virtuosa, la moneta unica sara’ salva e l’Europa unita potra’ difendersi in campo economico.

Si evitera’ in tal modo di finire colonizzati dalle potenze emergenti, quali Cina e Russia o gli stessi Stati Uniti. La forza di Draghi deriva anche dal fatto che egli politicamente non ha posizioni estreme, egli si definisce un socialista liberale. E non si e’ fatto tentare neanche per un minuto dalle lusinghe di accettare la candidatura di un incarico prestigioso, quale la Presidenza della Repubblica Italiana , che gli e’ stata offerta all’indomani delle dimissioni di Napolitano

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