Il sisma dei giorni scorsi avrebbe potuto incidere sulla data del Referendum Costituzionale. Il condizionale sembra ormai un obbligo, poiché l’ipotesi dello slittamento dell’appuntamento referendario, che costerà alle casse dello Stato circa 600 milioni di Euro, sembra non possa trasformarsi in concreta realtà. Nelle scorse ore era stato proprio il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ad aprire all’ipotesi. Le opposizioni in mattinata si sono espresse invece contrarie: dal leader della Lega Nord Matteo Salvini, al capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta, sino al M5S.
Tutti in coro hanno tuonato la loro contrarietà al rinvio. Anche se proprio negli ultimi minuti lo stesso ministro Alfano ha chiarito che ”il governo non proporrà lo slittamento, lo valuterebbe solo se proposto dalla minoranza’’. Insomma un messaggio chiaro e diretto alla altre forza politiche, soprattutto al fronte del No che in base agli ultimi sondaggi diramati ad inizio settimana, sembrerebbe in vantaggio di qualche punto percentuale.
Referendum Costituzionale si vota il 4 Dicembre.
Palazzo Chigi chiude il caso. E smentisce “categoricamente” l’ipotesi del rinvio del referendum. Ipotesi che si stava facendo largo in queste ore, rilanciata per lo più da alcuni giornali vicini al centrodestra. Nel frattempo l’agenda del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non prevede soste nella campagna referendaria. Il segretario dem domani sera alle 21 sarà a una manifestazione a Padova e poi in diverse altre città.
Anche il fronte del No continua i suoi tanti appuntamenti su tutto il territorio nazionale. Sabato prevista a Roma una manifestazione che vede Forza Italia, Fratelli d’Italia, Udc, Idea, Conservatori e Riformisti, Rivoluzione Cristiana, Noi con Salvini, Popolari per l’Italia, tutti uniti sul No. In questi giorni invece, il Tribunale civile di Milano si pronuncerà sul ricorso presentato dal costituzionalista Valerio Onida sulla illegittimità del quesito referendario. Assai ridotti i margini di accoglimento.