Referendum Costituzionale 4 dicembre – Che Pier Luigi Bersani non abbia mai digerito i governi Letta e Renzi e’ ormai chiaro a tutti. Anche se entrambi governi targati principalmente PD, a Bersani, diciamolo sinceramente, non e’ mai andato giù il fatto di non riuscire a fare un suo governo in seguito alle elezioni politiche del 2013. Allora pecco’ di presunzione, snobbando la grande alleanza con il centrodestra di Berlusconi e cercando migliore fortuna con il M5s, che, seduta stante, gli chiuse la porta in faccia. Sempre critico teoricamente in questi tre anni, concretamente in Parlamento ha votato quasi sempre nella stessa direzione degli esecutivi Letta e Renzi.
Nelle ultime settimane però, il suo impegno a capo della minoranza dem che voterà No al Referendum costituzionale del 4 Dicembre, sembra sia diventato sempre più concreto. Pier Luigi comincia a fare sul serio, dalle parole e’ passato ai fatti. Dibattiti televisivi, interviste, post sui Social network e, dulcis in fundo, anche manifestazioni. “Riforme e democrazia: le ragioni del No”, recita il manifesto del dibattito che si terrà nei prossimi giorni a Siracusa. Ancora più esplicito quello che annuncia l’evento di Ragusa: “Riforma costituzionale e legge elettorale: le ragioni del No”. Sono i titoli che precedono la visita di Pier Luigi Bersani in Sicilia, in programma il 7 novembre. Tutto con simboli del Partito Democratico.
Bersani nelle scorse settimane aveva annunciato, che, prima di una decisione definitiva, avrebbe atteso possibili ritocchi alla legge elettorale sui quali sta lavorando una commissione interna del partito. Ad organizzare gli incontri siculi, e’ stato il deputato bersaniano Giuseppe Zappulla, coordinatore siciliano della minoranza Dem. In realtà già alla Festa dell’Unita di Catania, lo stesso Bersani avevo evidenziato i punti più critici della Riforma Costituzionale. Sono passati due mesi ma non è cambiato molto. In verità, il principale punto di disaccordo tra la maggioranza e minoranza del PD e’ stato l’Italicum, che, paradossalmente e’ legato alla riforma solo in maniera trasversale, in quanto non presente nel testo di riforma. Lotte interne che da anni lacerano il centrosinistra e che potrebbero incidere, e non poco, sulla vittoria finale del No.