Il cervello preferisce i cibi rossi a quelli verdi: più maturi e più calorie

Il colore è una delle forme emozionali più intime del nostro subconscio, attraverso i colori il nostro cervello identifica il nostro stato umorale, colori tenui e caldi tendono a rilassarci, quelli freddi invece ci rendono più attivi. Lo stesso discorso vale in egual misura anche per gli alimenti, il cervello ha delle “preferenze” sul colore dei cibi. Un esempio?

Secondo uno studio, il cervello sarebbe attratto dagli alimenti dal colore rosso, mentre ignorerebbe quelli verdi. La ricerca è stata eseguita in Italia, dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste e pubblicato sulla rivista Scientific Reports. La scoperta potrebbe avere importanti ricadute sulla lotta ai disturbi alimentari e all’obesità.

Il cibo rosso fa scattare un segnale nel cervello.

Il cibo di colore rosso ci attrae, nel cervello scatta un interruttore che ci spinge a desiderare di mangiarlo. E’ un discorso ancestrale, da sempre i cibi rossi sono sinonimo di “maturo”, quindi maggiore apporto calorico. Al test hanno preso parte 70 persone alle quali sono state mostrate centinaia di immagini. Successivamente è stato chiesto loro di indicare quali fossero stati i cibi più invitanti e con maggiore contenuto calorico. I risultati sono stati schiaccianti, più il cibo è rosso brillante, più viene considerato piacevole e nutriente. Il verde sortisce l’effetto contrario: spinaci e insalata scontentano la vista prima del palato.

Prima della cottura – “I cibi cotti sono sempre preferiti, perché rispetto a quelli naturali, a parità di quantità, offrono maggiore nutrimento”, ha sottolineato la neuroscienziata Raffaella Rumiati, coordinatrice della ricerca. “Nel caso del cibo cotto, però, la dominanza rosso-verde non offre più un’informazione affidabile, quindi si potrebbe pensare che il cervello non applichi questa regola ai cibi processati – ha proseguito -. Non si tratta però di un’informazione veritiera e dunque ci suggerisce la presenza di meccanismi evolutivi molto antichi, precedenti all’introduzione della cottura”.

La consapevolezza che determinati colori nei cibi potranno suscitare maggiori effetti sull’uomo potrebbe avere importanti applicazioni nel marketing, ma anche nella lotta ai disturbi alimentari e all’obesità.

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