Digitalizzazione informatica, l’Italia ancora in coda in UE. Dai dati raccolti dall’Eurostat per la DESI (Digital Economy and Society Index) l’Italia figurava nel 2019 al 24° posto tra i Paesi dell’Unione Europea in materia di digitalizzazione. Situazione che non migliora neppure per l’edizione di quest’anno, anzi, il Belpaese sembra perdere posizioni.
La digitalizzazione è quel processo, in questo caso informatico, che consente ad esempio alla Pubblica amministrazione di gestire le pratiche dei cittadini in maniera rapida e flessibile, il tutto attraverso software di elaborazione dati. Alla stessa maniera, grazie alla digitalizzazione offerta dagli istituti bancari, abbiamo la possibilità di compiere decine di azioni attraverso app dedicate.
Possiamo pagare bollette, effettuare bonifici, programmare consegne, richiedere prestiti o più semplicemente controllare il saldo, rimanendo comodamente seduti sul divano. Operazioni semplici ma che fino a una manciata di anni addietro eravamo obbligati a compiere dal vivo, con frustranti giornate passate in coda in attesa del nostro turno. In sostanza la digitalizzazione informatica, accelera notevolmente il rapporto informativo/operativo tra il servizio richiesto e il cittadino.
Tanto social, ma poca fiducia nella digitalizzazione.
Il tasso di penetrazione di internet tra le famiglie italiane che e‘ del 92% farebbe apparire la nostra nazione in linea con le piu’ avanzate consorelle europee, ma dobbiamo considerare che tale percentuale comprende tutte le possibili connessioni web, anche le app come Facebook e Whatsapp. E poiche’ utilizzare i social non significa trarre giovamento culturale dall’offerta di internet, bisogna basarsi sull’esistenza delle connessioni a banda larga, cioe’ delle postazioni fisse a disposizione delle famiglie. Ivi il dato scende all’84%, cioe’ di cinque punti inferiore alla media UE; piu’ nel dettaglio gli utilizzatori di internet almeno una volta la settimana sono il 74%, cioe’ undici punti sotto l’indice europeo (85%) e tredici punti sotto Germania, Francia e Spagna che sono all’87%.
Infine il numero di italiani che non ha mai usato internet e’ del 17%, cioe’ un cittadino su sei, che non e’ un risultato soddisfacente, dal momento che l’accesso a internet e’ una realta’ da circa venti anni. Gli Italiani inoltre risultano pigri nell’uso dell’internet banking (il 36% contro il 58% della media UE) e nell’uso in genere dei pagamenti on line in quanto il contante e’ usato ancora dal 50% della popolazione per le spese correnti, mentre scende ad un terzo per quanto riguarda l’acquisto di biglietti di treni o aerei o per la prenotazione di pernottamenti. Insomma persiste una certa ritrosia nell’utilizzo delle piattaforme on line come mezzi di pagamento.
Nell’ e-commerce (cioe’ gli acquisti commerciali on line) le percentuali non cambiano dal momento che gli Italiani hanno acquistato in rete nell’ultimo anno solo circa la meta’ della media europea (38% contro il 63% della UE); e non va meglio tra le imprese, come rilevato da Confindustria Digitale dal momento che solo il 18% vende prodotti o servizi propri su piattaforme on line. E tale tendenza e’ piu’ o meno ferma dal 2015 ad oggi, mentre altre nazioni hanno incrementato le loro transazioni commerciali on line.
Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ancora in ritardo.
Ora fervono iniziative per mettersi al passo
In questo scenario la Pubblica Amministrazione non fa migliore figura, anche se diverse iniziative sono allo studio. La stessa Confindustria Digitale sta pensando ad un progetto di alfabetizzazione digitale per le imprese che comprendera’ un tour in tutta la penisola per spiegare anche le modalita’ di accesso ai fondi europei, specie in vista della tecnologia 5G rispetto a cui non ci possiamo far trovare impreparati.
A tale scopo e’ stata creata l’”Operazione Risorgimento Digitale”, nata dall’alleanza tra istituzioni, imprese e terzo settore e lanciata da Tim per favorire la diffusione delle competenze digitali tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Trattasi come di una scuola diffusa, gratuita einterattiva, con le lezioni di un’ora a partire dal 14 aprile, che e’possibile seguire sui canali You Tube e Facebook e suelle piattaforme di grandi aziende che hanno aderito alle iniziative (Cisco, Google Meet, IBM, ecc.).