Creato robot che decide se far male all’uomo: violata prima legge della robotica

Ricordate quanto eravate più piccoli e leggevate o guardavate pellicole cinematografiche riguardanti super robot estremamente intelligenti capaci di ribellarsi e attaccare l’essere umano? Esatto, è quello che probabilmente ci riserverà il prossimo futuro, bhe con la “speranza” che i giganti d’acciaio si limitino solo alla prima ipotesi, tralasciando la più inquietante ribellione. Tuttavia, anche se in scala ridotta e solo sotto forma di provocazione, un ingegnere americano è riuscito a ricreare un robot dall’intelligenza avanzata, capace di decidere autonomamente se ferire volontariamente l’essere umano.

Le Tre leggi della robotica sono un insieme di leggi scritte da Isaac Asimov, alle quali obbediscono tutti i robot positronici (ossia quei robot dotati di cervello positronico) che compaiono nei suoi racconti (e in molti racconti di altri autori). Le tre leggi hanno subito qualche variazione passando da traduzione a traduzione, ma anche se il contenuto rimane sempre lo stesso è meglio esprimere prima le tre leggi nella versione originale:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge. »

A quanto pare, “la prima legge” è stata violata per la prima volta al mondo. Alexander Reben, un ingegnere dell’università di Berkeley, dall’animo decisamente artistico, oltre che esperto di robotica, ha costruito “provocatoriamente” un robot capace di far del male agli esseri umani, anzi, il dispositivo può scegliere autonomamente se ferire l’uomo, attraverso una piccola puntura. Dunque i romanzi di fantascienza di Asimov prenderanno vita?

Nella struttura il robot è piuttosto semplice, un braccio meccanico sotto al quale è posto un piccolo piatto in metallo dove va inserito il dito. L’intelligenza artificiale decide arbitrariamente se far partire un ago che punge il dito.

 

La provocazione dell’artista-ingegnere Alexander Reben è chiara: “La mia macchina viola la prima legge di Asimov. Voglio che si discuta sui rischi legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale”

Lo scopo del dispositivo, spiega Reben sul proprio sito, è far discutere sui rischi connessi ad intelligenze artificiali sempre più evolute. “La grande preoccupazione sulle intelligenze artificiali è che possano andare fuori controllo – afferma l’esperto, divenuto famoso come l’inventore di ‘blabdroid’, un robot che spinge le persone a raccontare cose di se stesse -. I giganti della tecnologia affermano che siamo ben lontani da questo, ma pensiamoci prima che sia troppo tardi. Io sto provando che robot pericolosi possono esistere, dobbiamo assolutamente confrontarci sul tema”.

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