Dopo aver cambiato le linee guida per guanti e mascherine, l’Oms apporta modifiche simili su come definire un paziente guarito dal covid-19. Fino ad ora, l’unico metodo adoperato per dichiarare guarito un positivo era sottoporlo a due tamponi a 24 ore di distanza. Secondo i nuovi documenti, invece, qualsiasi paziente sintomatico nel mondo potrà uscire dall’isolamento 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi più altri 3 giorni senza sintomi. Un asintomatico, al contrario, potrà muoversi liberamente semplicemente 10 giorni dopo il riscontro della positività.
L’ente sanitario, nel report aggiornato è arrivato a decidere in tal senso per alcuni motivi. Una delle principali ragioni è che la scienza ha fornito numerose prove sulla mutata condotta della pandemia. La prova decisiva è che il virus è risultato raramente presente nei campioni respiratori dei pazienti dopo 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi, in particolare nei casi di infezione lieve, di solito accompagnati da livelli crescenti di anticorpi neutralizzanti e dalla risoluzione dei sintomi. A spingere al cambio di linee guida, però, hanno inciso anche alcune criticità. In particolare, sottoporre i contagiati al doppio tampone definitivo ai fini della guarigione si è rivelato complicato, specie nelle aree ad intensa trasmissione, dotate di poche attrezzatture e insufficiente personale. Per l’Oms, nello specifico, tre sono i principali punti critici.
- Lunghi periodi di isolamento per i detentori dell’RNA virale dopo la scomparsa dei sintomi, con incidenza sul benessere individuale, sulla società e sul sistema sanitario
- Insufficiente capacità di testare in base ai criteri inizialmente stabiliti
- La presenza, in alcuni cicli di doppio tampone, di un primo negativo e del successivo nuovamente positivo, situazione che conduce a una sfiducia verso il sistema delle analisi laboratoriali
Tuttavia, l’organizzazione suggerisce anche che la nuova raccomandazione non debba essere adottata in maniera universale, cosicché rimane valida anche quella precedente. Al momento, l’Italia ancora non si è espressa con decisione su quali metodi utilizzare. Per tale ragione, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso di consultare il Comitato tecnico-scientifico sul da farsi. Mentre il ministro decide, però, sulla stampa si sono già espressi alcuni tra gli scienziati assoldati dal dicastero. Walter Ricciardi – consigliere del Ministro della Salute e rappresentante del governo italiano presso l’Organizzazione mondiale della sanità – così come Ranieri Guerra – direttore aggiunto dell’Oms e membro del Comitato tecnico-scientifico – hanno già espresso la propria contrarietà all’adozione delle nuove direttive.