Coronavirus, a rischio l’infrastruttura di Facebook e Whatsapp. YouTube e Netflix abbassano la qualità video.

Ecco i motivi della minaccia secondo Zuckerberg

I server su cui si basa la gestione di Facebook, così come quella di Whatsapp, potrebbero fondersi. Questo è in sostanza quanto annunciato da Mark Zuckerberg mercoledì scorso in una conferenza telefonica riservata a una ristretta cerchia di giornalisti.

Ai tempi dell’isolamento forzato in casa per contrastare il contagio dal Coronavirus, il pericolo della fusione deriverebbe da un ingente sovraccarico di dati, potenzialmente insostenibile per i server, dovuto non tanto ai messaggi testuali, ma all’uso massiccio di chiamate vocali e videochiamate tramite Messenger e Whatsapp. A riguardo, il 35enne imprenditore ha affermato che proprio in Italia, paese analizzato nel suo discorso, i volumi di utilizzo delle sue applicazioni è più che raddoppiato rispetto alla norma, quando il picco massimo di consumo coincide con la notte di San Silvestro.

Coronavirus, troppi dati scambiati su facebook e WhatsApp, rischio collasso server.

Zuckerber, ha inoltre manifestato il suo timore sul possibile malfunzionamento delle sue ‘creature social’ qualora il Coronavirus continuasse la sua espansione nel resto del mondo. Paura questa, che continua a prendere forma giorno dopo giorno. Ad oggi infatti, i contagiati da COVID-19 sono oltre 300.000 e le persone costrette a restare in casa più di 1 miliardo, ovvero circa un settimo della popolazione terrestre. Per evitare tale rischio, il proprietario di Facebook ha tuttavia messo mano al ‘portafogli’ investendo decine milioni di dollari nell’infrastruttura, raddoppiando la capacità di carico dei server.

Non solo facebook anche YouTube Netflix e Amazon limitano la qualità video.

Un problema, quello del sovraccarico di dati, che in realtà non tocca solamente le applicazioni possedute dal manager statunitense. Per evitare il collasso tecnologico, dalla settimana scorsa anche l’applicazione video Youtube ha eliminato l’opzione della visione in 4k. Mentre la piattaforma dei contenuti on demand Netflix ha ridotto il bitrate – cioè la velocità di trasmissione dei pacchetti di dati – con l’obiettivo di tagliare del 25% l’impatto del traffico. Verso un simile obiettivo si sta muovendo anche Amanzon Prime Video, dopo che tutte queste società sono state invitate dall’Unione Europea ad agire in tal senso.

Al momento, lo scopo principale è scongiurare la caduta della rete Internet, anche se oltre il 60% del traffico Internet sulle reti fisse e mobili è indirizzato alla visione dei contenuti audiovisivi in streaming. Questo scenario potrebbe tuttavia volgere al peggio con l’arrivo della nuova piattaforma streaming Disney+, attiva da domani. Nel caso oggettivamente estremo quanto improbabile in cui Internet non dovesse più funzionare, dunque, il Coronavirus porterebbe il mondo moderno indietro di diversi anni, quando il la vita era organizzata senza le attuali tecnologie di informazione e di comunicazione. Nel dubbio, preparate carta e penna, magari torneremo a scambiarci le lettere come negli anni 90!

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